Per la stessa operazione medica, gli ospedali svizzeri fatturano prezzi che variano notevolmente da un cantone all'altro. E, come riporta la “SonntagsZeitung”, queste differenze contribuiscono all'aumento dei costi della sanità. Il domenicale svizzerotedesco mostra l'esempio di un intervento di appendicite che, presso la clinica Santa Chiara di Locarno, costa a un assicurato di Helsana 6090 franchi. Lo stesso intervento all'Inselspital di Berna, invece, costerà molto di più: 7'810 franchi, ossia quasi un terzo di più.
Eppure la legge svizzera sull'assicurazione malattia (LAMal) stabilisce che i prezzi devono essere allineati a quelli degli ospedali più economici. Tuttavia, questa legge è ignorata da molti governi cantonali, responsabili dell'approvazione delle tariffe.
"Gli ospedali vogliono troppi soldi. Gli assicuratori negoziano male. I governi cantonali approvano tariffe troppo alte. E il Consiglio federale non fa nulla per combattere i conflitti di interesse tra i cantoni. Dovrebbe finalmente definire chiaramente i ruoli e stabilire uno standard nazionale per le tariffe", critica “mister prezzi” Stefan Meierhans. L'Osservatorio dei prezzi tocca un punto delicato: sebbene la legge sia chiara, le ordinanze di attuazione del Consiglio federale non contengono ancora disposizioni precise su come gli ospedali e le assicurazioni sanitarie debbano fissare le tariffe.
Le due associazioni delle casse malati, Curafutura e SantéSuisse, chiedono da tempo uno standard uniforme e giuridicamente vincolante per la definizione delle tariffe ospedaliere in tutta la Svizzera.
Tre anni fa, il Consiglio federale ha presentato un progetto di ordinanza in tal senso. Tuttavia, l'introduzione di questo standard tariffario a livello nazionale è fallita a causa dell'opposizione dei Cantoni. Questi temevano che l'assistenza ospedaliera sarebbe stata gestita esclusivamente in base a criteri di costo, con conseguenti deficit e chiusure di ospedali.