Ogni anno la Svizzera versa decine di milioni di franchi a Organizzazioni non governative (ONG) palestinesi. Finanziamenti già criticati in passato e che ora sono diventate ancora più controverse da quando Hamas ha lanciato il suo attacco terroristico contro Israele. Come rivela il “SonntagsZeitung”, queste ONG nelle scorse settimane hanno fatto dichiarazioni ritenute problematiche sull'attacco terroristico di Hamas, senza mai menzionare le vittime israeliane. Tra questi figurano Al-Shabaka, PNGO, 7amleh e l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA).
La Rete delle ONG palestinesi (PNGO), ad esempio, viene finanziata dalla Svizzera con 200'000 franchi per un progetto che mira a migliorare le politiche palestinesi nei settori della sanità, dell'agricoltura e dell'istruzione. L’8 ottobre l’organizzazione ha rilasciato una dichiarazione in arabo: “Il popolo palestinese si trova in una fase di liberazione nazionale e non si accontenta delle illusioni di una pace basata sull’imposizione del fatto compiuto. Si difende con tutte le sue forze e a costo di grandi sacrifici”.
Il fatto che le vittime civili israeliane non vengano menzionate suscista allarmismo. "Chi non prende le distanze dal terrorismo o non lo esalta non può essere un partner della Svizzera", ha affermato il consigliere nazionale dell'UDC Christian Imark. Stessa storia, o quasi, con Hans-Peter Portmann, consigliere nazionale del PLR. "Dovremmo sostenere solo le organizzazioni che prendono chiaramente le distanze dal terrorismo e rappresentano i nostri valori", afferma al domenicale svizzerotedesco. I due deputati chiedono quindi l'immediata sospensione di tutti gli aiuti economici nella zona del conflitto. Ogni anno la Svizzera dona circa 30 milioni di franchi alle ONG del Medio Oriente.
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) da parte sua non ha voluto commentare le dichiarazioni delle ONG. La settimana scorsa, il direttore Ignazio Cassis, tuttavia, ha sottolineato che sotto il suo mandato, il numero delle ONG finanziate in Medio Oriente era stato ridotto da 70 a 30, in parte a causa della mancanza di trasparenza nei flussi finanziari. "Ma ci sono prove evidenti che i fondi sono stati utilizzati correttamente dalle ONG", ha rassicurato.