La direttrice della televisione pubblica svizzerotedesca SRF Nathalie Wappler è convinta che gli svizzeri non voteranno a favore della riduzione del canone radiotelevisivo a 200.-. Wappler icritica inoltre i piani del consigliere federale Albert Rösti che vuole costringere la SSR a risparmiare.
I proventi della Serafe, di cui quasi il 90% dei ricavi va alla SSR, dovrebbero scendere da 335 a 300 franchi. "Le conseguenze per l'intera SSR sarebbero gravi", ha dichiarato la direttrice della SRF in un'intervista a "Schweiz am Wochenende". Lei sostiene che comunque la televisione e la radio svizzere stanno già affrontando una serie di risparmi. La ragione? Gli introiti pubblicitari diminuiscono e il sovrapprezzo dovrebbe essere eliminato.
Già questa settimana il direttore generale della SSR Gilles Marchand aveva lanciato l'allarme annunciando che 900 posti di lavoro a tempo pieno sarebbero stati minacciati entro il 2027 se la tariffa fosse effettivamente ridotta a 300 franchi.
Dal punto di vista di Nathalie Wappler un controprogetto non è necessario. Si dice convinta che l'iniziativa non abbia alcuna possibilità davanti al popolo. Il sostegno alla SSR tra la popolazione rimane “immutato”. “Mostreremo perché 200 franchi non sono sufficienti per realizzare la nostra missione.”
Anche il Consiglio federale è del parere che l'accettazione dell'iniziativa avrebbe “conseguenze significative per l'offerta giornalistica e il radicamento regionale” della SSR. Albert Rösti, che prima della sua elezione al Consiglio federale era attivo nel comitato d'iniziativa, vede però un potenziale di risparmio. La SSR deve affinare il suo profilo, ha detto in una conferenza stampa all'inizio di novembre e, in particolare, mette in discussione l'offerta nei settori dello sport e dello spettacolo.
Wappler non la vede così. Non vuole toccare l'offerta, nemmeno in termini di sport e intrattenimento. Questi due ambiti sono parte integrante del mandato di servizio che la SSR deve adempiere. Il direttore della SRF ritiene che queste produzioni contribuiscano ad ancorare la SSR nel panorama svizzero. Per quanto riguarda l'informazione, non ritiene necessario sviluppare nuovi formati. Nathalie Wappler si difende dai critici che insinuano che i suoi canali siano orientati a sinistra. “Non abbiamo una tendenza a sinistra” e secondo lei il modo una persona percepisce la SRF dipende anche dalla propria posizione politica.