Secondo la BBC, la polizia malese ha recentemente compiuto una serie di operazioni che hanno portato al salvataggio di 402 bambini e adolescenti, sospettati di essere stati vittime di abusi fisici e sessuali in 20 case di cura. Le vittime, di età compresa tra uno e 17 anni, avrebbero subito maltrattamenti gravi, inclusi abusi sessuali e punizioni fisiche estreme.
Le indagini, avviate a seguito di segnalazioni di sfruttamento minorile, hanno portato all'arresto di 171 persone, tra cui insegnanti religiosi e custodi. Il sospetto è che queste case di cura siano collegate a un importante conglomerato islamico, l'Islamic Global Ikhwan Group (GISB), che ha negato le accuse di illecito.
Le indagini hanno rivelato che i bambini, collocati in queste strutture dai genitori per motivi educativi, sono stati sottoposti a trattamenti violenti e a presunti "rituali" abusivi. In alcuni casi, i bambini sono stati puniti con oggetti metallici riscaldati e privati di cure mediche adeguate.
Il gruppo GISB, che gestisce numerose aziende in diversi settori e paesi, ha dichiarato di non tollerare attività illegali, soprattutto quelle riguardanti lo sfruttamento minorile. Tuttavia, la Commissione per i Diritti Umani della Malesia (Suhakam) ha sottolineato la necessità di una regolamentazione più severa per evitare simili abusi in futuro.
I bambini salvati saranno temporaneamente ospitati in un centro di polizia a Kuala Lumpur e sottoposti a controlli sanitari. Le autorità malesi continuano a indagare sul caso, con l'obiettivo di garantire la sicurezza e il benessere delle vittime.