La Svizzera continuerà ad aderire alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Senza sorprese, il Consiglio degli Stati ha a sua volta respinto con 37 voti favorevoli e 6 contrari una mozione dell'UDC che chiedeva l'uscita della Svizzera dalla CEDU. Lo stesso aveva fatto martedì il Consiglio nazionale.
La mozione UDC è una risposta alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che in aprile aveva condannato la Svizzera per la sua inazione sul clima. "La Corte non si accontenta più di proteggere il nocciolo duro dei diritti umani, ma sviluppa il diritto per tutta l'Europa", ha dichiarato il deputato Jakob Stark (UDC/TG).
Una denuncia significherebbe l'uscita dal Consiglio d'Europa, ha ricordato ancora una volta il ministro della Giustizia Beat Jans, ciò che, secondo lui, danneggerebbe gravemente la credibilità politica e la reputazione della Svizzera.
I senatori hanno invece accolto, con 32 voti favorevoli e 12 contrari, una mozione di Andrea Caroni (PLR/AR) volta a ricordare alla Corte “la sua missione primaria” prevedendone le garanzie. Ha chiesto alla Svizzera di unire le forze con altri Stati per negoziare un protocollo aggiuntivo affinché la Corte “non limiti il margine di discrezionalità degli Stati attraverso un'interpretazione abusiva dei diritti fondamentali”. Secondo Caroni "potremmo dire chiaramente in questo protocollo che non può esserci ricorso da parte di un'associazione senza scopo di lucro, ma solo denunce concrete da parte delle persone interessate".
La destra lo ha seguito contro il parere della sinistra che riteneva si trattasse di un attacco all'indipendenza della CEDU. La mozione dovrà ancora essere approvata dal Consiglio Nazionale, dove sarà probabilmente accolta.