Svizzera, 08 ottobre 2024

Quel Cantone dove le imposte basse fanno fuggire gli svizzeri

Quando si pensa al Canton Zugo, i più probabilmente pensano a un cantone dall'alto tenore di vita, sede di numerose aziende e multinazionali, con finanze pubbliche estremamente sane e, in particolare, un tasso di imposizione fiscale tra i più bassi della Svizzera. Posti di lavoro iperqualificati, poche tasse, un'incantevole lago e una breve distanza da Zurigo e dalle Alpi, dovrebbe stupire più di uno scoprire che in realtà sempre più svizzeri decidono di lasciare questo cantone della Svizzera centrale per trasferirsi altrove. In causa è l'aumento esplosivo degli affitti, che non compensa la bassa imposizione fiscale.

In un reportage del Blick su Zugo viene intervistata Sarah Kaufmann, orami trasferita nel canton Argovia anche se si sente sempre legata al suo cantone di origine. "Sono cittadina di Cham", dichiara con orgoglio al giornale zurighese. Il carnevale della sua città è una questione d'onore. Tre anni fa, però, il suo patriottismo locale ha subito un duro colpo: ha dovuto cambiare cantone contro la sua volontà. “Dopo la separazione dal mio partner non sono riuscita a trovare un alloggio a prezzi accessibili nel canton Zugo. Come responsabile degli acquisti in un'azienda industriale, guadagnavo sicuramente bene. Ma quando cercavo un alloggio mi sono dovuta rendere conto che Zugo era diventata inaccessibile per la classe media”, spiega Kaufmann. “Avrei dovuto spendere metà del mio stipendio nell'affitto per avere un alloggio decente. Questo era fuori questione. Così ho guardato oltre i confini cantonali e ho trovato quello che cercavo ad Abtwil, nel canton Argovia. Adesso pago 1900 franchi per un appartamento di 3,5 locali.

Nel canton Zugo un appartamento del genere costerebbe tra i 3000 e i 3500 franchi al mese”. Un'altra testimonianza è quella di Jasmine Heer, ottica di professione, zurighese d'origine che trascorso molto tempo a Zugo prima di raggiungere le fila degli “sfollati”. Dopo un aumento dell'affitto, anche lei ha lasciato il cantone che amava: “Sono cresciuta nell'Oberland zurighese e sono venuta a Zugo, più precisamente a Unterägeri, per amore. Il Canton Zugo mi è piaciuto molto. Non solo per il lago e le montagne, ma anche per la gentilezza della gente. Ci salutiamo e ci guardiamo”.

Da diversi anni, però, la situazione non è più la stessa. “Ma poi c'è stato un aumento dell'affitto: 100 franchi in più al mese. Non potevo permettermelo. Ora ho trovato un appartamento più economico in Argovia. Naturalmente dovrò pagare di nuovo un po’ più di tasse, ma con il mio stipendio pesa meno dell’affitto. Ma già mi manca il Canton Zugo e spero di potervi ritornare un giorno” racconta Heer.

Quelli di Kaufmann e Heer non sono casi isolati. Sono sempre più numerosi gli zughesi che voltano le spalle al loro cantone d'origine. Quest’ultimo continua a crescere grazie alla crescita della popolazione straniera e in totale il cantone oggi conta quasi 133'000 abitanti contro i 120'000 di 10 anni fa. Tuttavia, negli ultimi dieci anni il saldo migratorio della popolazione di nazionalità svizzera è stato negativo, come dimostrano i dati dell’Ufficio federale di statistica.

Mentre dal 2014 si sono stabiliti a Zugo 24'769 svizzeri, 27'851 hanno deciso di andarsene. Questo significa che dopo 10 anni ci sono 3'082 svizzeri in meno. La percentuale di stranieri è ora del 30,3% quando negli anni ’90 era la metà.



Un’analisi della “Zuger Zeitung” ha concluso nel 2023 che la maggior parte degli zughesi che abbandonano il proprio Paese si stabiliscono nei comuni vicini non lontani dal confine cantonale. Le destinazioni più gettonate sono Küssnacht am Rigi (SZ), Arth (SZ) e il distretto di Affoltern (ZH). Ma anche la regione di Lucerna e il canton Argovia sono molto apprezzati dagli abitanti di Zugo. Segno che chi lascia mantiene spesso legami con il proprio cantone d'origine, come il lavoro o gli studi.

Ma dover fare il pendolare significa che è più difficile mantenere una vita sociale a Zugo, con la conseguenza che i centri cittadini si desertificano e l'inglese sta prendendo il posto dello svizzerotedesco. Lo testimonia Renato Ugolini, un altro esule di Zugo, che ha lasciato il cantone nel 2005 e vive ora a Neuhausen am Rheinfall (SH), e che è molto preoccupato per lo sviluppo della sua ex patria cantonale: “Sono cresciuto nel cuore di Zugo, nel distretto di Guthirt, e ho fatto l'apprendista presso un fabbro nel centro storico. Ma oggi, quando cammino per la città, non incontro quasi nessuno che conosco. Invece l’inglese si parla ovunque”.

E aggiunge: “I miei due figli vivono ancora a Zugo. Il maggiore ha 34 anni e due figli piccoli. Vivono in un piccolo appartamento di quattro stanze. Vorrebbero avere qualcosa di più grande. Ma questo è praticamente impossibile con lo stipendio di un carpentiere. Ho l'impressione che la città, anzi l'intero cantone, stia perdendo il suo passato e quindi la sua memoria. Zugo sta impazzendo”.

Il cantone da parte sua non intende fare marcia indietro sulla tassazione favorevole che negli ultimi decenni ha attirato così tante aziende e stranieri ma è consapevole del problema e sta cercando di attuare misure per contrastare il fenomeno. Come una recente decisione di abbassare i premi di cassa malati, molto mediatizzata a livello nazionale, o ancora la semplificazione delle procedure per i permessi di costruire e l'allentamento dei regolamenti edilizi che devono favorire la costruzione di alloggi, i promotori di servizi pubblici devono ottenere prestiti e i contributi di sostegno per le famiglie più facilmente bisognose devono essere “ottimizzati”.

Per quanto riguarda le imposte, queste continueranno a diminuire. A luglio il Consiglio di Stato ha infatti annunciato nuovi tagli fiscali. Tra il 2026 e il 2029 l’aliquota fiscale cantonale sarà ulteriormente ridotta del 4%. La Consigliera di Stato Silvia Thalmann-Gut spiega: “Non vogliamo rendere Zugo artificialmente meno attraente”.

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