La partita non è certamente stata esaltante: del resto la stessa Serbia non è più una formazione da fascia alta; se possibile negli ultimi anni ha compiuto notevoli passi del gambero, vittima del proprio conclamato narcisismo e di un gioco ormai compassato. Si pensava, perciò, che la Svizzera potesse rimediare ad un inizio di Nations League negativo. E nei primi venti minuti di gioco il match ha vissuto su un sostanziale equilibrio. Per questa occasione il CT Yakin ritrovava Elvedi e Xhaka, quest' ultimo fischiatissimo dagli oltre 7 mila spettatori per via delle famose provocazioni dei Mondiali 2018 e 2022. Scontatissima la resa dei conti. Comunque: al minuto32 Embolo si è creato la prima vera occasione da gol costruita sull' asse Amdouni-Widmer. È stato a quel punto che in casa rossocrociata si è spenta la luce. Quasi inesistenti sino ad allora, i padroni di casa hanno cominciato a pigiare sull' acceleratore e proprio nei secondi finali del primo tempo hanno trovato la rete del vantaggio grazie ad una autogol di Elvedi, che ha deviato un tiro di Samardzic, tiro che ha sorpreso il per altro incolpevole Kobel.
Sotto alla pausa, Murat Yakin ha dovuto aggiustare la squadra inserendo Rieder al posto di Widmer, con Ndoye più avanti. La mossa non ha sortito nulla, anzi, sono stati ancora i serbi ad andare a rete dopo una paratona di Kobel su Jovic, lanciato tutto solo verso la porta. Al minuto 61 è infatti caduto il raddoppio firmato da Mitrovic. In precedenza era stata annullato un gol a Ndoye per fuorigioco. In seguito Embolo ha è arrivata anche la traversa di Elvedi. Il risultato non è più cambiato e la Svizzera ha dovuto incassare la sua terza sconfitta in tre partite. Tempi grami, il bel Europeo sembra lontano anno luce.
A.L.