È stato siglato il 17 ottobre a Roma, dopo oltre un decennio di attesa, l’accordo tra Svizzera e Italia riguardante l’abolizione del divieto di cabotaggio: a breve le compagnie di autobus svizzere potranno effettuare più fermate su territorio italiano e viceversa. L’intesa consente quindi il cosiddetto cabotaggio nei servizi di trasporto regionali con autobus. Ciò significa che nei collegamenti tra l’Italia e la Svizzera le persone potranno salire e scendere da entrambi i lati del confine. Attualmente, invece, al di là della frontiera, rispettivamente al di qua per le compagnie di trasporto italiane, è consentita unicamente la fermata capolinea. La firma dell’accordo rappresenta uno sviluppo atteso, salutato positivamente dal Dipartimento del territorio. Si tratta, dunque, di una buona notizia per il trasporto pubblico transfrontaliero che, con questa novità si spera possa portare ancora più passeggeri sui bus, e in particolare i frontalieri.
Il divieto di cabotaggio continuerà invece ad essere valido per il trasporto internazionale fornito da ditte private.
Offerta più attrattiva
Si creano ora le basi per un’offerta di trasporto pubblico più semplice e ancora più attrattiva nelle regioni frontaliere. Se, da una parte, il trasporto pubblico transfrontaliero è già sviluppato – si pensi alle reti TILO – dall’altra, ciò non vale per i bus. L’abolizione di questo divieto getta ora le basi per lo sviluppo di nuove linee transfrontaliere e permetterà a quelle esistenti di aggiungere delle nuove fermate lungo il percorso. Per quanto concerne le nuove linee, la base è già disponibile; il progetto Interreg SMISTO ha infatti identificato una serie di linee che sono essenzialmente quelle che escono dai valichi di confine in cui sono presenti dei servizi pubblici, e che dunque possono essere potenziate. Per esempio, le linee italiane che si attestano a Lavena Ponte Tresa potrebbero essere portate a Ponte Tresa o anche oltre, e ciò per agevolare l’interscambio con il treno della Ferrovia Lugano – Ponte Tresa (FLP).
Un esempio concreto
Un esempio è rappresentato dalla linea 429, gestita da Autopostale, che da Ponte Tresa raggiunge Luino. In Italia, essendo la linea gestita in Svizzera, l’autopostale può fermare unicamente al capolinea e tornare indietro senza fare fermate intermedie. In realtà, a Luino esistono altre due fermate (solo per la discesa), senza la possibilità di salire a bordo. Presto, invece, grazie all’accordo siglato a Roma, le compagnie di autobus italiane e svizzere potranno imbarcare e sbarcare passeggeri sui servizi di trasporto pubblico transfrontalieri nei rispettivi Paesi confinanti.
I prossimi passi
L’accordo siglato a Roma dieci giorni fa rappresenta solo un primo passo. Ora si tratta di concordare vari aspetti tecnici, con criteri chiari e condivisi, con tutte le parti coinvolte: il Cantone Ticino, la Regione Lombardia, le varie aziende di trasporto, i Comuni coinvolti, e così via. In questo senso, a livello tecnico il DT ha già avuto degli incontri con gli omologhi di Regione Lombardia. Certo, occorrerà del tempo per raggiungere gli accordi auspicati. Ma l’intento di tutti è quello di lavorare in quella direzione, soprattutto con l’obiettivo di migliorare il servizio e la sua economicità.
*Dal MDD
Il divieto di cabotaggio continuerà invece ad essere valido per il trasporto internazionale fornito da ditte private.
Offerta più attrattiva
Si creano ora le basi per un’offerta di trasporto pubblico più semplice e ancora più attrattiva nelle regioni frontaliere. Se, da una parte, il trasporto pubblico transfrontaliero è già sviluppato – si pensi alle reti TILO – dall’altra, ciò non vale per i bus. L’abolizione di questo divieto getta ora le basi per lo sviluppo di nuove linee transfrontaliere e permetterà a quelle esistenti di aggiungere delle nuove fermate lungo il percorso. Per quanto concerne le nuove linee, la base è già disponibile; il progetto Interreg SMISTO ha infatti identificato una serie di linee che sono essenzialmente quelle che escono dai valichi di confine in cui sono presenti dei servizi pubblici, e che dunque possono essere potenziate. Per esempio, le linee italiane che si attestano a Lavena Ponte Tresa potrebbero essere portate a Ponte Tresa o anche oltre, e ciò per agevolare l’interscambio con il treno della Ferrovia Lugano – Ponte Tresa (FLP).
Un esempio concreto
Un esempio è rappresentato dalla linea 429, gestita da Autopostale, che da Ponte Tresa raggiunge Luino. In Italia, essendo la linea gestita in Svizzera, l’autopostale può fermare unicamente al capolinea e tornare indietro senza fare fermate intermedie. In realtà, a Luino esistono altre due fermate (solo per la discesa), senza la possibilità di salire a bordo. Presto, invece, grazie all’accordo siglato a Roma, le compagnie di autobus italiane e svizzere potranno imbarcare e sbarcare passeggeri sui servizi di trasporto pubblico transfrontalieri nei rispettivi Paesi confinanti.
I prossimi passi
L’accordo siglato a Roma dieci giorni fa rappresenta solo un primo passo. Ora si tratta di concordare vari aspetti tecnici, con criteri chiari e condivisi, con tutte le parti coinvolte: il Cantone Ticino, la Regione Lombardia, le varie aziende di trasporto, i Comuni coinvolti, e così via. In questo senso, a livello tecnico il DT ha già avuto degli incontri con gli omologhi di Regione Lombardia. Certo, occorrerà del tempo per raggiungere gli accordi auspicati. Ma l’intento di tutti è quello di lavorare in quella direzione, soprattutto con l’obiettivo di migliorare il servizio e la sua economicità.
*Dal MDD