Svizzera, 12 novembre 2024

Berna sperpera 183 milioni per avere “consigli esterni”

La consulente di Amherd a 1'140 franchi al giorno vi scandalizza? C’è anche di peggio

Vi siete scandalizzati per i 1’140 franchi al giorno che la Confederazione versa a Brigitte Hauser-Süess, l’amica e consulente della consigliera federale uregiatta Viola Amherd? Se sì, avete fatto bene, poiché 1’140 franchi al giorno sono una cifra spropositata. Ma sappiate che tra i meandri della Confederazione si nascondono casi ancora peggiori. Casi raccapriccianti. Casi di consulenti che arrivano a percepire addirittura fino a 5’000 franchi al giorno! Possono farlo in perfetta legalità, poiché a differenza della signora Hauser-Süess sono dei “consulenti esterni” e quindi sfuggono alle direttive salariali dell’amministrazione pubblica.
 
Una spesa in continuo aumento
In totale l’anno scorso la Confederazione ha speso più di 183 milioni di franchi per questi “consulenti esterni”. Nel 2019 la spesa complessiva ammontava ancora “solo” a 150 milioni, ma evidentemente la consulentite sta prendendo piede a palazzo federale e così ogni anno si finisce per sborsare sempre di più, in barba alla manifestata volontà di risparmiare. C’è una sola ditta zurighese, la Eraneos Switzerland AG, che l’anno scorso ha incassato oltre 9,7 milioni di franchi per consulenze fornite alla Confederazione. Ma anche la Consulteer AG, la Hintermann & Weber AG, la EBP Schweiz AG e la Alvarez & Marsal Switzerland Gmbh (nota bene, tutte società con sede nella parte germanofona della Svizzera) hanno ricevuto mandati per almeno due milioni di franchi. Nella lista dei beneficiari si notano poi delle particolarità. Come la Pro-Viande, che per due anni consecutivi ha ottenuto mandati per consulenze per oltre 6 milioni di franchi. O come un certo Farid Hussein Abdelwahed Marwa Mohamed cui il DFAE del nostro carissimo Ignazio Cassis ha richiesto una “consulenza in ambito politico”. L’incarico diretto, vale a dire assegnato senza concorso, è valso al sedicente esperto egiziano 54’720 franchi.
Meno di quanto il DFAE di Cassis ha versato a tale Tun Win Kyaw (aka) Wong Aung, anch’egli fornitore di una “consulenza in ambito politico”, per la modica cifra di 85’933 franchi. È invece per una “consulenza in materia di gestione e organizzazione” che il solito DFAE ha versato 55’800 franchi alla filiale palestinese della Ernst & Young, con sede a Ramallah. Ed è sempre per una “consulenza in materia di gestione e organizzazione” che la Mazars Cameroun SA di Douala ha incassato 141’083 franchi dal DFAE o che a un’altra società di Cotonou, in Benin, sono andati oltre 135’000 franchi di denaro pubblico. Tutti soldi ben spesi, sicuramente.
 
Rösti e Amherd i più spendaccioni
I dipartimenti più spendaccioni in materia di consulenze esterne sono ad ogni modo altri, ovvero il DATEC di Albert Rösti e il DDPS della Viola Amherd (toh, ancora lei!). Entrambi i dipartimenti hanno speso lo scorso anno più di 50 milioni di franchi a testa in consulenze esterne, nonostante contino al loro interno già fior di consulenti lautamente pagati. La già citata Brigitte Hauser-Süess è infatti solo una dei tanti dipendenti dell’Amministrazione federale che fanno parte della classe salariale 31. Ognuno di loro, secondo i calcoli della Aargauer Zeitung, costa alla Confederazione la bellezza di 292’627 franchi all’anno, vale a dire 171 franchi per ora di lavoro. Sappiate in ogni caso che ci sono classi salariali ancora superiori. La più alta di tutte, la classe 38, può arrivare a un costo di addirittura 302 franchi all’ora, oltre mezzo milione all’anno, se si considerano anche le spese legate al posto di lavoro (in pratica all’utilizzo dell’ufficio).
 
Fino a 5’000 franchi al giorno
Vi sembra tanto? Certo che lo è. Ma, come evidenzia giustamente la Aargauer Zeitung, tra i consulenti esterni cui si affida la Confederazione girano remunerazioni ancora superiori. In base alle cifre di riferimento del settore, un “consulente senza project management” costa in media da 1’500 a 2’500 franchi al giorno. Un “consulente senior con gestione del progetto” tra i 2’000 e i 3’000 franchi. Un “partner” di un’agenzia tra 3’000 e 5’000 franchi. Tutti gli importi si intendono al giorno, IVA non compresa.
 
Dal pubblico al privato
Ecco quindi che la consulente di Viola Amherd appare ancora quasi come una poveretta, rispetto ai suoi omologhi del privato. Chissà che ora non venga anche a lei il pensiero, una volta uscita dall’Amministrazione federale, di aprire una propria società di consulenza e continuare a consigliare la sua cara Viola Amherd come esterna. Il business è sicuramente fiorente. Oltretutto permette in buona parte dei casi di ottenere mandati attraverso l’incarico diretto, quindi non tramite un regolare concorso pubblico bensì grazie alle preferenze personali di uno o dell’altro consigliere federale. Non sorprende quindi che la Confederazione continui a spendere sempre di più in consulenze esterne, nonostante conti al suo interno già circa 40’000 collaboratori lautamente stipendiati. Come detto, l’anno scorso la spesa è ammontata a 183 milioni di franchi. Ai quali andrebbero aggiunti altri 31 milioni di franchi spesi in “perizie e pareri legali” e ben 564 milioni di franchi in “diverse prestazioni di servizi per l’amministrazione pubblica”, una voce di spesa sotto la quale finisce un po’ di tutto.
 
Per il Consiglio federale va bene così
Ma l’aspetto peggiore, in tutto questo, è che la Confederazione non vede nemmeno la necessità di intervenire. Interpellato l’anno scorso dal consigliere nazionale UDC Lukas Reimann in merito al continuo aumento della spesa in consulenze esterne, il Consiglio federale ha risposto così: “ i consulenti esterni non sostituiscono il personale federale. Essi forniscono prestazioni puntuali e svolgono, laddove necessario, le commesse predefinite degli Uffici, ad esempio quando sono richieste particolari conoscenze o consulenze indipendenti. A questo proposito, il ricorso a collaboratori esterni consente di mantenere l’effettivo di personale a un livello costante”.

V. A.
*Dal MDD

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