Nel 2023 i giornalisti si collocano politicamente più a sinistra rispetto al 2015. È quanto mostra un nuovo sondaggio rappresentativo tra i giornalisti svizzeri condotto dall'Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) . Il posizionamento politico dei giornalisti e della popolazione si sta quindi allontanando dal momento che solo il 12,1% della popolazione totale si classifica come di estrema sinistra. Per i giornalisti questa percentuale è più alta di 25 punti percentuali, attestandosi al 37,1%. Il 38,6% di loro si situa “piuttosto a sinistra”, rispetto al 21,5% della popolazione. Solo il 13,8% si considera di destra rispetto al 18,2% dell'intera popolazione.
Mentre nel 2015 i giornalisti ottenevano un punteggio medio di 4,02 su una scala da 0 (sinistra) a 10 (destra), oggi questo punteggio è sceso a 3,04. I giornalisti della Svizzera romanda si collocano più a sinistra rispetto a quelli della Svizzera tedesca e quelli della Svizzera italiana più a destra. Le giornaliste donne sono politicamente più di sinistra dei giornalisti uomini.
Il tipico giornalista svizzero è maschio, ha 43 anni, è nato in Svizzera, non è religioso ed ha un titolo accademico. L'80% di loro ha un titolo accademico, in aumento rispetto al 70% del 2015 e al 59% del 2008. Nella popolazione svizzera questo dato si ferma al 31%. La stragrande maggioranza dei giornalisti, l'87%, è nata in Svizzera e fra il 13% straniero le nazionalità più rappresentate sono Germania (32%), Francia (22%) e Italia (15%).
Lo studio rivela inoltre una "tendenza alla precarizzazione". I contratti a tempo determinato sono aumentati, passando dal 6% del 2015 al 23% dell'anno in corso. In aumento anche gli impieghi a tempo parziale. Il 40% dei giornalisti guadagna poi meno di 5601 franchi al mese, rispetto a un salario mediano per tutta la popolazione di 6788 franchi.
Interpellati sui compiti del giornalista, l'85% degli intervistati ha sottolineato l'importanza di dare informazioni e permettere ai lettori di formarsi un'opinione. Il 79% ritiene di dover riportare ciò che accade in modo imparziale e il 78% di comunicare e ordinare i fatti in basi alla loro rilevanza in modo da contrastare la disinformazione. All'altro estremo della scala delle priorità si colloca il sostegno incondizionato alla politica del governo, con poco più dell'1%.