Fonte: Blick
La ministra della Difesa, Viola Amherd, ha avanzato una richiesta di 13 miliardi di franchi per l’esercito, presentando un piano che molti in Parlamento hanno definito una vera e propria “lista della spesa”. La proposta, che include una serie di investimenti per modernizzare mezzi, infrastrutture e tecnologie, ha suscitato polemiche e acceso un dibattito su come e se questi fondi debbano essere approvati.
La “lista della spesa” dell’esercito
Il piano del Dipartimento della Difesa elenca diversi interventi, suddivisi in settori chiave:
-Tecnologia e comunicazioni: 2,4 miliardi per centri di calcolo, reti informatiche e comunicazioni satellitari.
-Difesa aerea e terrestre: 3,6 miliardi per sistemi antimissile, droni e il rinnovo di carri armati Leopard 2.
-Cybersicurezza: 500 milioni per proteggere le infrastrutture da attacchi informatici.
-Mobilità e trasporti: 4,5 miliardi per nuovi elicotteri, veicoli protetti e mezzi di trasporto.
-Sanità e logistica: 300 milioni per aggiornare stazioni di soccorso e migliorare l’approvvigionamento delle truppe.
L’elenco, pur dettagliato, è stato duramente criticato perché ritenuto generico e privo di una visione strategica chiara.
Opposizione trasversale: un piano che divide
Molti parlamentari, anche tra i sostenitori di un rafforzamento dell’esercito, hanno espresso perplessità. La destra, pur favorevole all’aumento del budget, accusa Viola Amherd di non aver spiegato chiaramente come questi soldi verranno utilizzati. Esponenti come Thierry Burkart (PLR) e Marcel Dettling (UDC) hanno sottolineato che “non sappiamo per cosa verranno spesi questi fondi”.
Dal lato opposto, la sinistra e i Verdi si oppongono fermamente, definendo il piano uno spreco di risorse “sulle spalle dei settori più deboli”. Secondo loro, il budget richiesto dall’esercito è eccessivo e sottrarrebbe fondi ad altre priorità, come l’aiuto allo sviluppo, l’asilo o i servizi sociali.
Un Parlamento diviso
Con la sessione invernale alle porte, il dibattito si preannuncia particolarmente acceso. Se il piano verrà approvato, rappresenterà uno dei maggiori investimenti nella difesa della storia recente. Tuttavia, con molte voci contrarie e un’opinione pubblica divisa, la strada per Viola Amherd e la sua “lista della spesa” appare tutt’altro che in discesa.
La ministra della Difesa, Viola Amherd, ha avanzato una richiesta di 13 miliardi di franchi per l’esercito, presentando un piano che molti in Parlamento hanno definito una vera e propria “lista della spesa”. La proposta, che include una serie di investimenti per modernizzare mezzi, infrastrutture e tecnologie, ha suscitato polemiche e acceso un dibattito su come e se questi fondi debbano essere approvati.
La “lista della spesa” dell’esercito
Il piano del Dipartimento della Difesa elenca diversi interventi, suddivisi in settori chiave:
-Tecnologia e comunicazioni: 2,4 miliardi per centri di calcolo, reti informatiche e comunicazioni satellitari.
-Difesa aerea e terrestre: 3,6 miliardi per sistemi antimissile, droni e il rinnovo di carri armati Leopard 2.
-Cybersicurezza: 500 milioni per proteggere le infrastrutture da attacchi informatici.
-Mobilità e trasporti: 4,5 miliardi per nuovi elicotteri, veicoli protetti e mezzi di trasporto.
-Sanità e logistica: 300 milioni per aggiornare stazioni di soccorso e migliorare l’approvvigionamento delle truppe.
L’elenco, pur dettagliato, è stato duramente criticato perché ritenuto generico e privo di una visione strategica chiara.
Opposizione trasversale: un piano che divide
Molti parlamentari, anche tra i sostenitori di un rafforzamento dell’esercito, hanno espresso perplessità. La destra, pur favorevole all’aumento del budget, accusa Viola Amherd di non aver spiegato chiaramente come questi soldi verranno utilizzati. Esponenti come Thierry Burkart (PLR) e Marcel Dettling (UDC) hanno sottolineato che “non sappiamo per cosa verranno spesi questi fondi”.
Dal lato opposto, la sinistra e i Verdi si oppongono fermamente, definendo il piano uno spreco di risorse “sulle spalle dei settori più deboli”. Secondo loro, il budget richiesto dall’esercito è eccessivo e sottrarrebbe fondi ad altre priorità, come l’aiuto allo sviluppo, l’asilo o i servizi sociali.
Un Parlamento diviso
Con la sessione invernale alle porte, il dibattito si preannuncia particolarmente acceso. Se il piano verrà approvato, rappresenterà uno dei maggiori investimenti nella difesa della storia recente. Tuttavia, con molte voci contrarie e un’opinione pubblica divisa, la strada per Viola Amherd e la sua “lista della spesa” appare tutt’altro che in discesa.