L'estate scorsa il Consiglio federale aveva avviato la procedura di consultazione sulla revisione dell'ordinanza sul CO2. La bozza di legge fissa obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra di diversi settori fino al 2030. Fra questi, è inclusa la riduzione delle emissioni dei veicoli del 25% in cinque anni.
Non rispettare questo obiettivo prevede multe pesanti, con effetto retroattivo dal 1° gennaio 2025. Detto altrimenti, il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) di Albert Rösti intende sanzionare l'industria automobilistica svizzera per non aver venduto abbastanza veicoli elettrici auto rispetto alle aspettative.
Il settore chiede più tempo per la transizione energetica, ma l’amministrazione federale rimane inflessibile, affermando che sta solo attuando la volontà popolare. "Se la popolazione svizzera non acquista molti più veicoli elettrici, come richiesto dalla Confederazione, ci penderanno multe annuali fino a mezzo miliardo di franchi", avverte Peter Grünenfelder, presidente dell'associazione mantello Auto-Swiss.
Per evitare ciò, nel 2025 dovrebbero essere vendute il doppio delle auto elettriche rispetto al 2024. Tuttavia, le vendite sono diminuite di oltre il 10% nel 2024. Grünenfelder parla di una “crisi esistenziale” per il settore, che impiega più di 100'000 persone e conta più di 4'000 aziende. "Questa legge minaccia la competitività e l'esistenza stessa di molte aziende", afferma.
Guidato da Benoît Revaz, l'Ufficio federale dell'energia (UFE), che spinge per una rapida adozione delle auto elettriche, vuole anche regole ancora più severe rispetto a quelle dell'Unione europea (UE) su alcuni punti.