Lo scorso dicembre, un cittadino algerino era stato arrestato a Como per furto e per aver infranto il divieto di entrata in Italia a cui era soggetto. L'uomo è un richiedente l'asilo in Svizzera aveva quindi potuto far rientro illegalmente in Italia, senza nessun impedimento da parte delle autorità italiane o svizzere. Questa vicenda ha spinto il Consigliere nazionale Lorenzo Quadri a inoltrare un'interpellanza al Consiglio federale per avere chiarimenti sulle procedure e sui motivi per cui un criminale straniero è potuto entrare in Svizzera, chiedere asilo e poi essere libero di commettere ulteriori reati.
In primo luogo, Quadri chiede quali procedure sono attualmente in atto per verificare i precedenti penali dei richiedenti asilo al momento della loro registrazione in Svizzera e come si è potuto accogliere un individuo con un divieto di rientro in Italia senza che ciò emergesse durante la procedura di asilo. In una seconda domanda si chiede in che modo la Segreteria per la Migrazione (SEM) collabora con le autorità dei Paesi limitrofi, in particolare l’Italia, per condividere informazioni sui richiedenti asilo con precedenti penali o soggetti a divieti di ingresso e se esistono accordi o protocolli specifici per garantire uno scambio efficace di tali informazioni.
In seguito Quadri vuole sapere quali misure sono implementate per monitorare i movimenti dei richiedenti asilo all’interno e all’esterno della Svizzera, al fine di prevenire attraversamenti illegali dei confini e la commissione di reati in altri Paesi. Infine, si chiede se, alla luce di questo caso, il Consiglio Federale ritiene adeguate le attuali procedure della SEM nella gestione dei richiedenti asilo con precedenti penali e se sono previste revisioni o miglioramenti per evitare il ripetersi di situazioni simili.