SVIZZERA - Il consumo di carne in Svizzera è in costante calo da decenni: secondo i dati, siamo passati dai 71 kg pro capite del 1987 ai 51 kg del 2016. Eppure, nel 2024, la fornitura totale di carne nel Paese è cresciuta del 3.9%, superando le 453'000 tonnellate. Come è possibile? Semplice: importiamo sempre di più.
Questa tendenza mette sotto pressione gli allevatori svizzeri, già confrontati con costi di produzione elevati e normative sempre più stringenti. Mentre al cittadino si predica di mangiare
meno carne per ragioni ambientali o etiche, il mercato si riempie di prodotti importati, spesso provenienti da Paesi con standard inferiori in materia di benessere animale e sostenibilità.
Siamo di fronte all’ennesima contraddizione elvetica: da un lato si spinge per la “transizione verde”, dall’altro si tollera – o si incentiva – un aumento dell’importazione di carne a basso costo. A rimetterci sono i produttori locali, la coerenza politica e, alla lunga, anche la qualità di ciò che mettiamo nei nostri piatti.