Opinioni, 30 marzo 2025

In Iran si brucia il velo islamico, e in Svizzera…

Un amico iraniano che fa la spola fra la Svizzera e Teheran mi ha scritto per complimentarsi per il mio coraggio e la mia tenacia nel battermi contro l’islamizzazione della Svizzera: strano che a farlo sia un musulmano, mentre da noi c’è chi dà del razzista e xenofobo a chi critica l’utilizzo di una donna velata per pubblicizzare una campagna di reclutamento di apprendisti, nevvero? “Qui ha Teheran – ha aggiunto l’amico – sto assistendo a una deislamizzazione: hijab (ndr. = veli islamici) bruciati, ayatollah picchiati, festeggiamenti di Capodanno. Immagini che fanno tanto piacere. E per protesta mangiamo e beviamo per strada durante il Ramadan. In Svizzera (ad esempio alla Migros e alla Coop) si trovano molti più cartelli con la scritta Ramadan che non qui”. E siccome questo amico ha un forte senso dell’ironia, ha concluso: “Il mondo va al contrario: dovrò tornare in Svizzera per reislamizzarmi”.



Strano che i media occidentali non ci raccontino questi interessanti aspetti della vita a Teheran, rivelatori di grossi cambiamenti di mentalità in atto che prima o poi faranno saltare il regime teocratico degli ayatollah. Così mentre l’Europa si sta sempre più islamizzando, in Iran, dopo quasi 50 anni di asfissiante e crudele applicazione della sharia, le giovani generazioni si stanno allontanando sempre più dall’islam. “Qui il sostegno a Netanyahu e a Trump è dell’80%” ha aggiunto il giovane amico quando gli ho fatto notare che Israele e gli USA potrebbero presto bombardare il suo Paese. Forse ha proprio ragione il generale Vannacci…

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