Simona: si dice che il calcio abbatta barriere e sia universale. Mai come in questa occasione (vedi giornata di Giubiasco) l'affermazione è azzeccata…
Sì, direi proprio di sì. Il calcio, e lo sport in generale, è uno strumento straordinario per abbattere le barriere, perché parla un linguaggio universale che unisce le persone al di là di ogni differenza. Durante eventi come la giornata di Giubiasco, possiamo vedere concretamente come questo sport riesca a creare inclusione, permettendo a tutti di condividere la stessa passione, indipendentemente da età, abilità o background. È un'occasione per dimostrare che nello sport non esistono distinzioni, ma solo il piacere di giocare e stare insieme.
Come è nata l'idea di organizzare questo evento?
Nasce con l’obiettivo di far conoscere i nostri splendidi progetti Unified, come In Goal Mendrisiotto, Tutti in Gioco del Raggruppamento San Bernardo e l’Associazione Camaleonti (Adulti). Unendo le forze e dimostrando che anche i ragazzi/e con disabilità possono giocare a calcio, vogliamo soprattutto incentivare altre società a creare progetti simili ai nostri.
La FTC si adopera sempre per questi eventi. Un fiore all'occhiello.
Grazie alla FTC siamo riusciti a creare un evento importante in Ticino, che non resterà un'iniziativa isolata. La Federazione ha infatti deciso di dare continuità a questo progetto, organizzando ogni anno un torneo dedicato. Ripensando a quando, anni fa, mi occupavo della promozione del calcio femminile, e vedendo oggi quanto questo movimento sia cresciuto, anche in Ticino, soprattutto in vista degli Europei femminili in Svizzera, mi viene naturale desiderare lo stesso percorso per il calcio dedicato alle persone con disabilità. Ho sempre creduto che tutti abbiano il diritto di praticare il proprio sport preferito, e per questo voglio contribuire a promuoverne l’inclusione. Posso dire con orgoglio che la Federazione ticinese è 'unica in tutta la Svizzera ad aver aperto concretamente le porte alla disabilità, un segnale importante per il futuro dello sport inclusivo.
Un ruolo importante, immaginiamo, lo hanno i genitori.
Vorrei soffermarmi proprio su di loro: è meraviglioso vedere come siano sempre entusiasti e presenti. Ogni attività che organizzo con la squadra Tutti in Gioco vede la loro partecipazione costante, sempre con il sorriso sulle labbra e, soprattutto, con tanta fiducia nei nostri confronti. E non conta tanto vincere; la loro vera vittoria è poter far parte di una società che offre pari opportunità, in cui i loro figlinon si sentono diversi, ma uguali agli altri. Non dobbiamo mai dimenticare che i genitori ci affidano i loro figli e ripongono in noi una grande fiducia. È nostro dovere non deluderli.
Questa giornata ha il sostegno finanziario dell'ente pubblico?
Non abbiamo richiesto un sostegno finanziario da enti pubblici, perché, in fondo, non è questol’obiettivo principale di questa giornata. Stiamoparlando di sport, e il nostro intento è far sentire tutti inclusi, senza concentrarci solo sugli aspetti economici. È fondamentale, invece, che ogni evento come questo si sostenga attraverso la collaborazione e la partecipazione di tutti. A questo proposito, avere come società organizzatrice l'US Giubiasco, che si è occupata con grande impegno del pranzo per tutti, è un grande aiuto. Inoltre, il Comune di Bellinzona ci ha messo a disposizione il centro sportivo di Giubiasco, una location ideale che ci ha permesso di realizzare questo evento con il massimo del comfort e della sicurezza per tutti i partecipanti. La Federazione, poi, ha fatto un gesto davvero significativo, offrendo medaglie e coppe per ogni singolo partecipante, dimostrando quanto tenga all'inclusività nello sport.
Questa iniziativa potrebbe fungere da stimolo per altri sport?
L’obiettivo è proprio quello di dare un segnale a tutti: ci si può divertire anche senza vincere o arrivare primi in classifica. Lo sport non deve essere solo una corsa alla vittoria, ma un'opportunità per vivere esperienze significative e per crescere insieme. Un mio caro amico, un giorno, mi ha detto una frase che ho tenuto nel cuore: “Chi vince sempre non sa cosa si perde...”. Una frase che, per un buon intenditore, racchiude tutta la bellezza dello sport, che non sta solo nel risultato finale, ma anche nel percorso, nelle emozioni e nelle lezioni che impariamo lungo la strada.
Un futuro campionato ticinese di calcio per persone disabili è possibile?
Sarebbe meraviglioso! Iniziamo con questi bellissimi eventi e confidiamo nel supporto di tutti gli attori del calcio ticinese per creare altre piccole realtà che possano davvero dar vita a un campionato ticinese per persone con disabilità. È un sogno, ma con forza, tenacia e determinazione, sono sicura che si avvererà nel nostro grande Ticino. Lavorando insieme, possiamo costruire una realtà inclusiva che dia a tutti la possibilità di partecipare e vivere lo sport al massimo delle proprie possibilità. Nel Mendrisiotto c'è già l'Associazione In Goal Mendrisiotto, nel Luganese Tutti in Gioco del Raggruppamento San Bernardo (per gli allievi) e l'Associazione Camaleonti (per gli adulti). Sarebbe davvero bello che anche nel Sopraceneri nascessero altre due realtà simili alle nostre, in modo da creare una rete che copra tutto il Ticino.
È nostra impressione che ci sia ancora molto da fare per lo sport disabili. Concorda?
Certamente. Se penso al calcio femminile, ricordo che ai miei tempi era davvero durissima, eppure oggi ha fatto passi da gigante. Credo fermamente che anche lo sport per persone con disabilità possa crescere allo stesso modo, basta crederci e investire nel progetto. Mi creda, nella mia vita sportiva ho fatto tantissimo, ma questa esperienza di inclusione mi riempie veramente l’anima.
MDD