NEW YORK (USA) – Il Mondiale per club in corso d’opera negli Stati Uniti, nonostante l’iniziale scetticismo, sta iniziando seriamente ad appassionare tutti. Si parlava, si vociferava e si temeva di vedere impianti sportivi maestosi decisamente vuoti, con poco pubblico, dato che negli USA gli sport di grido sono altri, e vista anche la grande distanza e le difficoltà logistiche per i tifosi europei. Anche il semplice fatto di doversi spostare da Los Angeles a Seattle, da Washington a Philadelphia per poter seguire la propria squadra del cuore, sicuramente non aiuta, ma nella realtà fin qui abbiamo visto tanta gente presente sulle tribune degli stadi americani e con le tifoserie delle squadre asiatiche, sudamericane ed africane ben presenti e molto rumorose.
A sorprendere un po’ tutti, in realtà, fin qui è stato il ‘Weather Delay’, ovvero la sospensione, il posticipo o il rinvio delle partite per condizioni metereologiche avverse. Nei primi 10 giorni di torneo, sono state già 4 le partite sospese a causa della meteo, anche se alla fine di acqua o di ento – in diverse occasioni – non se n’è vista, ma dietro a ogni weather delay ci sono motivi ben precisi, soprattutto negli States, dove questa prassi è ben nota e regolata da una legge per gli eventi sportivi all’aperto.
La FIFA tiene seriamente in considerazione le condizioni della meteo durante il Mondiale per club, sia per motivi di sicurezza sia per il valore mediatico e commerciale del torneo. In presenza di temporali violenti, nebbia fitta, vento oltre i 65 km/h o con un campo completamente allagato, lo stop al match è obbligatorio anche alle nostre latitudini, ma negli Stati Uniti si va decisamente oltre: ogni stadio del Mondiale per club è dotato di un sistema di monitoraggio meteo in tempo reale e l’arbitro, insieme al delegato FIFA, ha la responsabilità finale. Insomma, se un violento temporale è in avvicinamento o le condizioni meteo stanno peggiorando seriamente, il match viene interrotto e viene poi applicata la regola ‘flash-to-bang’: la partita verrà ripresa 30’ dopo l’ultimo tuono, anche se dovesse continuare a piovere. Se invece le condizioni non migliorano, si opta per il rinvio a data da destinarsi, cosa che potrebbe però causare un grave impatto sul calendario, specie in un torneo breve come il Mondiale per club o, guardando al 2026, su una Coppa del Mondo.
C’è poi da considerare che col vento la traiettoria di un temporale può mutare in pochi minuti, ed è ciò che è successo durante Palmeiras-Al Ahly: il match è stato interrotto al 61’, nonostante che sullo stadio di East Rutherford splendesse il sole. Solo che poi il tanto temuto nubifragio ha preso un’altra traiettoria, non sfiorando minimamente la zona dello stadio, costringendo però in ogni i 62'000 spettatori a evacuare velocemente l’impatto.
Il problema però è da tenere in considerazione anche in vista del Mondiale che l’anno prossimo si terrà proprio in America, Canada e Messico: pensiamo a un Argentina-Brasile, valido per le semifinali della Coppa del Mondo, durante il quale scatta il ‘Weather Delay’ che costringe i tifosi ad abbandonare gli spalti. Cosa potrebbe comportare tutto ciò in materia di sicurezza pubblica?