Venerdì un tribunale di Basilea Campagna ha condannato un uomo di 60 anni a tredici anni di carcere per un omicidio commesso 25 anni fa a Münchenstein (BL). Secondo i giudici, l'imputato ha ucciso a colpi d'arma da fuoco uno spacciatore di 21 anni ed è fuggito con due chili di cocaina. Il presunto autore del crimine non è stato arrestato prima del 2023. Secondo l'atto d'accusa, l'imputato e la sua vittima si erano accordati per incontrarsi il 4 ottobre 2000 nel parcheggio della Halle St-Jacques.
L'omicida intendeva infatti acquistare dalla vittima due chili di cocaina per 130'000 franchi. Una volta salito sull'auto a noleggio del giovane gli consegnò una busta piena di foglietti di carta al posto della cifra prevista. Secondo l'accusa, quando lo spacciatore controllò il contenuto della busta, l'imputato, allora trentacinquenne, gli sparò alla testa a bruciapelo con una pistola e poi fuggì con la cocaina consegnata.
La vittima morì il giorno dopo in ospedale. Il presunto autore del crimine è sfuggito alla giustizia per molto tempo. Fu arrestato in Germania due anni fa e poi estradato in Svizzera. L'imputato, oggi sessantenne, ha ammesso di essere coinvolto nell'omicidio, ma ha negato di aver ucciso la vittima. Durante il processo, l'uomo ha dichiarato di avere avuto vuoti di memoria, di non aver avuto intenzione di uccidere lo spacciatore e di aver sostenuto che si era trattato di un incidente.
La difesa chiese anche, invano, l'assoluzione dell'imputato, sostenendo che era impossibile stabilire la realtà dei fatti, a quasi 25 anni di distanza. L'accusa ha chiesto una condanna a dodici anni di carcere per l'imputato, per aver ucciso la vittima "a sangue freddo", senza scrupoli e per pura avidità. I giudici hanno accolto questa motivazione.
Nella sentenza il Tribunale penale di Basilea Campagna è andato ancora oltre la pubblica accusa e ha emesso una condanna a tredici anni di carcere. In linea di principio, questo reato merita 19 anni di carcere, ma il lungo tempo trascorso da quando è stato commesso ne riduce la pena, spiega il presidente. Il verdetto non è ancora definitivo e può essere impugnato.
Il tribunale si è basato in particolare sulla relazione forense, che aveva ritenuto improbabile che si fosse verificato uno scontro a fuoco, innescato da un colpo accidentale sparato dall'imputato mentre caricava l'arma. A questa conclusione ha portato la ricostruzione della versione narrata dall'imputato e di quella degli inquirenti.
Inoltre, i giudici hanno rilevato numerose contraddizioni tra le vecchie e le nuove dichiarazioni dell'imputato. Secondo loro, quest'ultimo avrebbe adattato sistematicamente la sua versione dei fatti ai nuovi elementi a disposizione degli inquirenti. In particolare, durante l'interrogatorio del 2023 ha ricordato alcuni dettagli, affermando poi di non ricordarli più durante il processo.
Inoltre, una valutazione psichiatrica risalente agli anni '90 rivelò che l'imputato era dotato di un'elevata intelligenza, tratti narcisistici e una tendenza a classificare le persone come valide o inutili. Inoltre, ha dichiarato ai giudici di non avere "alcuna idea di armi", nonostante avesse un fucile, una pistola e delle munizioni.