SVIZZERA - Lorenzo Quadri ha puntato il dito contro il boom di richieste di statuto S da parte di giovani ucraini tra i 18 e i 22 anni. Secondo il consigliere nazionale, la SEM avrebbe registrato picchi fino a 185 domande a settimana, dopo che Kiev – a fine agosto – ha revocato il divieto di espatrio per questa fascia d’età. Una mossa che Quadri definisce “evidentemente elettorale”.
Secondo gli stralci riportati, in Svizzera già vivono 13mila uomini ucraini in età di servizio militare, con costi per il contribuente stimati in oltre 22 milioni di franchi all’anno solo per i nuovi arrivati. Il consigliere nazionale denuncia il fatto che Berna abbia prorogato lo statuto S fino al 2027 e non abbia ristretto il perimetro geografico come chiesto dal Parlamento.
Il fenomeno non riguarda solo il nostro Paese: in Germania arrivano 1.800 giovani ucraini a settimana, e in Polonia i passaggi alla frontiera sarebbero raddoppiati. A Berlino, ricorda il direttor del Mattino, la CDU ha già dichiarato: “Non siamo interessati ad avere masse di giovani ucraini che trascorrono il loro tempo qui invece di difendere il loro Paese”.
Quadri cita anche tensioni diplomatiche, come il caso dell’ambasciatrice ucraina che vorrebbe impedire l’esibizione della soprano russa Anna Netrebko a Zurigo. E richiama infine articoli internazionali – da Politico al New York Times – che sollevano dubbi sul crescente “autoritarismo” del governo Zelensky e sui casi di corruzione in aziende legate alle forniture militari.





