La percentuale di dirigenti stranieri alla testa di aziende svizzera ha raggiunto un livello record. Secondo quanto riportano dal SonntagsZeitung e il SonntagsBlick, un rapporto della società di reclutamento Guido Schilling rivela che solo il 51% dei membri dei consigli di amministrazione delle 100 maggiori aziende del Paese è svizzero, un minimo storico. Nelle grandi aziende quotate nello SMI (Swiss Market Index), la percentuale scende ulteriormente al 27%. "Nel 1980, solo il 4% dei dirigenti senior in Svizzera era straniero", ricorda Stéphanie Ginalski, storica dell'Università di Losanna, interpellata dai domenicali svizzerotedeschi.
Oggi la maggior parte dei dirigenti stranieri proviene da Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. "La Svizzera, insieme alla Gran Bretagna, ha l'élite economica più internazionale", osserva il sociologo Felix Bühlmann, anch'egli dell'Università di Losanna.
Bjørn Johansson, uno dei cacciatori di talenti più influenti della Svizzera, considera la situazione problematica. "Il successo del Paese si basa su valori condivisi e su un elevato livello di fiducia tra politica ed economia", afferma. Secondo lui, è essenziale promuovere i talenti locali in modo più efficace. Ma c'è un ostacolo: la domanda di dirigenti svizzeri supera di gran lunga l'offerta. Johansson spiega questa situazione sottolineando che le aziende nazionali sono sproporzionatamente grandi rispetto alla popolazione relativamente piccola, e quindi non ci sono abbastanza candidati svizzeri.
Per l'economista Tomas Casas Klett dell'Università di San Gallo (HSG), il problema non è tanto la nazionalità quanto la responsabilità che i dirigenti sono disposti ad assumersi nei confronti della Svizzera. Vede persino un vantaggio nell'internazionalizzazione della governance aziendale. "I dirigenti internazionali aiutano le aziende a stabilire una presenza globale e a sviluppare le proprie competenze. Questo conferisce alla Svizzera un vantaggio competitivo", spiega l'economista. Settori chiave come l'industria farmaceutica, l'ingegneria meccanica e la finanza ne trarrebbero beneficio.





