30 miliardi di franchi. Questa è la somma che l'economia svizzera perde ogni anno a causa della burocrazia. È il risultato di uno studio condotto dalla società di consulenza BSS e dall'istituto IFO per l'associazione economica svizzera Economiesuisse. "I requisiti normativi e la burocrazia sono il principale ostacolo alla crescita delle aziende svizzere", affermano gli autori dello studio.
Lo studio si concentra sulla seguente domanda: come sarebbe andata la performance economica del Paese se la burocrazia fosse stata significativamente ridotta dieci anni fa, ad esempio con meno normative e più digitalizzazione. Nei suoi calcoli, lo studio tiene conto non solo dei costi diretti, ma anche degli effetti indiretti, come la mancanza di creazione di nuove imprese o la delocalizzazione degli investimenti.
"In media, il PIL pro capite sarebbe superiore di circa il 5% rispetto ai livelli attuali", concludono gli economisti. Se la Svizzera avesse attuato una riduzione della burocrazia nel 2015, il PIL reale pro capite sarebbe aumentato in media di 3'459 franchi all'anno fino al 2022. "I costi burocratici per la Svizzera ammontano quindi a circa 30,4 miliardi di franchi di perdita di performance economica all'anno". La riduzione della burocrazia porterebbe anche a una diminuzione del numero di posti di lavoro, poiché meno persone dovrebbero occuparsi di questioni amministrative. Secondo lo studio, verrebbero eliminati circa 55'900 posti di lavoro a tempo pieno. Questo personale potrebbe essere riassegnato a compiti più produttivi a causa della carenza di manodopera qualificata.
Le associazioni imprenditoriali chiedono una riduzione della burocrazia. Questa constatazione ha suscitato una forte reazione da parte delle principali associazioni imprenditoriali. Economiesuisse, l'Unione svizzera dei datori di lavoro, l'Unione svizzera delle arti e dei mestieri e l'Unione svizzera dei contadini chiedono al Governo federale di lanciare un'offensiva di sburocratizzazione. Entro la fine del 2027, il Governo deve compiere progressi nella riduzione della burocrazia su tutti i fronti.
Le associazioni chiedono, in particolare, la digitalizzazione di tutte le interfacce tra economia e amministrazione, una moratoria sulle nuove normative in materia di sostenibilità e una revisione delle normative ambientali ed energetiche. Ad esempio, chiedono l'abolizione immediata della tassa d'incentivazione sui COV (composti organici volatili) e una modifica dell'ordinanza sul CO2.
Sottolineano inoltre la necessità di ridurre i costi di regolamentazione per le PMI e di avviare una riforma strutturale dell'AVS, ovvero l'innalzamento dell'età pensionabile. "L'economia ha bisogno di un forte sostegno ora", ha sottolineato Christoph Mäder, presidente di Economiesuisse, in una conferenza stampa a Berna. "È l'unico modo per la Svizzera di rimanere competitiva e innovativa".





