Ohibò. Il Mattino da anni scrive che il Piano viario PVP di Lugano è, come direbbe Fantozzi, una ca*ata pazzesca. Lo diceva anche il Nano. E questo fin dall'inizio. Adesso, perché a sparare ad alzo zero sul PVP è l’ex presidente PLR della Camera di commercio, risveglio improvviso e mobilitazione mediatica generale con interviste e servizi a go-go.
Ma come: il disastro del PVP non era tutta una balla populista? Non erano "solo percezioni"?
Le origini
Il PVP è un piano viario ideologico, concepito contro le automobili e contro gli automobilisti. E’ stato venduto come “indispensabile” a seguito dell’apertura del tunnel Vedeggio-Cassarate. Una balla solenne: la Lega lo disse subito. In realtà, l’apertura della galleria è servita da pretesto per buttare all’aria l’intera viabilità cittadina. E per farlo, ça va sans dire, nel segno dell’ideologia radical-chic e politicamente corretta. Quella contro le automobili e contro gli automobilisti. “In centro si arriva in bus!”, pontificavano negli incontri col Municipio i grandi scienziati del traffico.
Tra l’altro, è bene ricordarlo, il PVP ha fatto danni - e non da poco - anche al trasporto pubblico. Infatti, con la nuova viabilità, sono state cancellate parecchie corsie dei bus. E questi rimangono di conseguenza incolonnati assieme alle auto. Gli autisti dei mezzi pubblici possono riferire con dovizia di particolari su come la nuova (non) viabilità cittadina li abbia portati “sull’orlo di una crisi di nervi”.
Non solo: il PVP è pure responsabile dell’abbattimento di decine di alberi lungo la Via Ciani. Ma naturalmente a quel proposito… citus mutus! Nessun ambientalista incatenato alle piante (diversamente da quanto accaduto in Viale Castagnola). Anzi: nemmeno un cip da parte dei rosso-verdi. Evidentemente, per questi compagni, “bastonare” gli odiati automobilisti è un bene superiore (?) che giustifica una strage di alberi.
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Un paio di cosette
Naturalmente il risveglio mediatico sul PVP ha portato all’esplosione delle prese di posizione di politicanti in fregola di visibilità. E allora è opportuno ricordare un paio di cosette.
Punto primo. Il PVP non l’ha certo voluto la Lega. L’ha voluto il solito triciclo PLR-PPD-PS. La Lega ed il Mattino si sono sempre opposti.
Punto secondo. Chissà come mai, si punta il dito (citazione da Ambrosetti) contro i “bramini dell’amministrazione pubblica” e contro il municipio (ovviamente perché a detenere la maggioranza relativa nell’Esecutivo è l’odiata Lega). Ci si dimentica però delle responsabilità di due attori fondamentali.
1) I grandi progettisti ed ingegneri del traffico che hanno ideato il PVP, incassando dei bei soldoni;
2) E soprattutto: il consiglio comunale, che a maggioranza ha votato allegramente tutte le realizzazioni connesse al Piano viario. Perché “in centro si arriva in bus”. E adesso si vedono i risultati di questa politica, sottoforma di desertificazione del centro medesimo (anche se, è ovvio, il PVP non è l’unico responsabile).
E fare delle prove?
Quanto ai mirabolanti studi annunciati sulle modifiche al PVP, un qualche dubbio “nasce spontaneo”, dal momento che fino ad adesso la posizione dei sommi scienziati del traffico davanti a qualsiasi ipotesi di cambiamento è sempre stata: “sa po’ mia!”. E ricordiamo che per modificare il senso di marcia in una viuzza del centro ci sono voluti svariati mesi e ci sono stati pure dei ricorsi. A ciò si aggiunge il flop della famigerata perizia commissionata dal municipio al professor Axhausen del Politecnico di Zurigo, e dimostratasi del tutto inutile.
Nel mentre che si attendono gli illuminati ed illuminanti pareri specialistici, si potrebbe cominciare con lo sperimentare qualche semplice correttivo alla (non) viabilità attuale. Di proposte ce ne sono sul tavolo da tempo. Sono contenute anche in petizioni ed in atti parlamentari. Così si vedrà subito l’effetto che fa cambiare qualcosa: se è vero che “sa po’ mia” o se invece…
Lorenzo Quadri
Un paio di cosette
Naturalmente il risveglio mediatico sul PVP ha portato all’esplosione delle prese di posizione di politicanti in fregola di visibilità. E allora è opportuno ricordare un paio di cosette.
Punto primo. Il PVP non l’ha certo voluto la Lega. L’ha voluto il solito triciclo PLR-PPD-PS. La Lega ed il Mattino si sono sempre opposti.
Punto secondo. Chissà come mai, si punta il dito (citazione da Ambrosetti) contro i “bramini dell’amministrazione pubblica” e contro il municipio (ovviamente perché a detenere la maggioranza relativa nell’Esecutivo è l’odiata Lega). Ci si dimentica però delle responsabilità di due attori fondamentali.
1) I grandi progettisti ed ingegneri del traffico che hanno ideato il PVP, incassando dei bei soldoni;
2) E soprattutto: il consiglio comunale, che a maggioranza ha votato allegramente tutte le realizzazioni connesse al Piano viario. Perché “in centro si arriva in bus”. E adesso si vedono i risultati di questa politica, sottoforma di desertificazione del centro medesimo (anche se, è ovvio, il PVP non è l’unico responsabile).
E fare delle prove?
Quanto ai mirabolanti studi annunciati sulle modifiche al PVP, un qualche dubbio “nasce spontaneo”, dal momento che fino ad adesso la posizione dei sommi scienziati del traffico davanti a qualsiasi ipotesi di cambiamento è sempre stata: “sa po’ mia!”. E ricordiamo che per modificare il senso di marcia in una viuzza del centro ci sono voluti svariati mesi e ci sono stati pure dei ricorsi. A ciò si aggiunge il flop della famigerata perizia commissionata dal municipio al professor Axhausen del Politecnico di Zurigo, e dimostratasi del tutto inutile.
Nel mentre che si attendono gli illuminati ed illuminanti pareri specialistici, si potrebbe cominciare con lo sperimentare qualche semplice correttivo alla (non) viabilità attuale. Di proposte ce ne sono sul tavolo da tempo. Sono contenute anche in petizioni ed in atti parlamentari. Così si vedrà subito l’effetto che fa cambiare qualcosa: se è vero che “sa po’ mia” o se invece…
Lorenzo Quadri
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