Da qualche anno negli Stati Uniti c'è una “guerra delle statue”, cioè una serie di richieste, portate avanti da gruppi di sinistra, per abbattere quei monumenti che, secondo coloro che stanno dietro a queste iniziative, evocherebbero il suprematismo bianco (ne parlavamo già
qui). A essere presi di mira in particolare i personaggi storici della Confederazione sudista o legati allo schiavismo. Nei giorni scorsi però a essere preso di mira è un personaggio storico che nel territorio degli odierni Stati Uniti nemmeno ci ha mai messo piede : Cristoforo Colombo. Infatti a Los Angeles, come riferisce il "Los Angeles Magazine", è stata rimossa la statua dell'esploratore genovese a Grand Park. Un monumento donato 45 anni fa alla città di Los Angeles dalla comunità italiana stabilitasi nel Sud della California.
A chiedere con forza l’abbattimento del Colombo di Los Angeles era stata la Commissione dei nativi americani della contea, che se l’era presa con il navigatore
genovese e l’ha accusato di essere uno sterminatore di popolazioni native. E così, dopo anni di petizioni, la statua è stata abbattuta e alla "cerimonia" di rimozione erano presenti oltre 200 persone. Il fatto è avvenuto a meno di un mese dall’altro grande cambiamento in città: la celebrazione del primo Indigenous Peoples’ Day, cioè la "festa delle popolazioni indigene", festività che ha sostituito il Columbus Day, che celebra la scoperta delle Americhe da parte di Colombo.
Cristoforo Colombo è stato accusato di essere un simbolo della persecuzione dei nativi americani e del loro genocidio. Portavoce dei richiedenti la demolizione del monumento è stato Mitch O’Farrell, consigliere comunale di Los Angeles e discendente di una tribù di nativi americani. Di Colombo, oltre ad affermare che non ha mai scoperto l’America perché non ha mai raggiunto le coste del nord, ha detto: “Fu personalmente responsabile di diverse atrocità, le sue azioni hanno messo in moto il più grande genocidio della storia. La sua immagine non dovrebbe essere celebrata da nessuna parte”.