Mondo, 21 febbraio 2019

I media di mezzo mondo lo hanno diffamato ingiustamente, ora chiede i danni per 250 milioni di dollari

Uno dei ragazzi facente parte del gruppo di cattolici che è stato preso di mira da innumerevoli media durante un confronto con un manifestante indigeno (ne parlavamo qui), ha citato in giudizio il Washington Post per diffamazione, chiedendo per intero il suo valore di vendita del 2013 come danni, una somma pari a 250 milioni di dollari.

Nick Sandmann (nella foto a sinistra), lo studente cattolico di Covington il cui "sorrisino" è diventato oggetto di un'infinità di commenti quando un video del suo confronto con il nativo americano Nathan Phillips è diventato virale il mese scorso, ha presentato una denuncia per diffamazione contro il Post per 250 milioni di dollari - l'intero importo che Jeff Bezos, fondatore di Amazon, ha pagato per il giornale nel 2013, sostenendo che il giornale lo ha usato come "una pedina nella sua guerra politica" contro il presidente Donald Trump.

La denuncia sostiene che il post ha "bersagliato in modo errato e con intento diffamatorio" il liceale per "portare avanti la ​​suo ben nota e facilmente documentata agenda contro il presidente Donald J. Trump" perché Sandmann è bianco e indossava l'iconico cappellino rosso con lo slogan “Make America Great Again”.

Secondo l'avvocato di Sandmann insinuando che il ragazzo si fosse comportato in “modo razzista” il Washington Post ha infiammato le folle sui social media mob causando
un'infinità di minacce, anche di morte, all'indirizzo del ragazzo, dei suoi compagni e del istituto in cui studia. La scuola di Covington è dovuta rimanere chiusa per diversi giorni in seguito all'incidente.

L'avvocato di Sandmann, Lin Wood, ha inoltre dichiarato che questa causa è "solo l'inizio". La causa, presentata nel tribunale federale del Kentucky, chiede 50 milioni di dollari di risarcimento danni e 200 milioni di dollari di danni punitivi, oltre alle spese legali, per scoraggiare il Washington Post dal ripetersi in un comportamento tanto scorretto. “Il Washington Post è stato il primo a diffondere il video”, afferma Wood, il quale aggiunge inoltre di aver inviato una lettera a 54 media, celebrità, legislatori e entità ecclesiastiche per avvertirli che saranno oggetto anch'essi di un procedimento penale, senza indicare chi essi siano.

Lo ricordiamo, il video diffuso dal Washington Post e un'infinità di altri media, politici e persone con una certa influenza mostrava una scena in cui si faceva credere che i ragazzi, fra cui Sandmann, al centro avessero circondato un anziano manifesntate nativo. Le diverse testate hanno inoltre riportato che i ragazzi avessero insultato l'anziano. Il video completo invece, dimostra che in verità è stato l'anziano ad essersi avvicinato ai ragazzi suonando il tamburo a pochi centrimetri dal viso di Sandmann, il quale è invece rimasto impassibile limitandosi ad un sorriso nervoso. Nel video inoltre non si sentono i ragazzi proferire alcun insulto.

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