In un passato non poi così remoto, la piazza finanziaria era un’importante fonte di ricchezza per il nostro Cantone: posti di lavoro ben pagati ed occupati per lo più da ticinesi, e ricchi introiti fiscali per l’ente pubblico (a Lugano ne sappiamo qualcosa). Grazie alla piazza finanziaria fiorente lavoravano anche i commerci del centro, e tutti ne traevano beneficio. Poi è arrivata la ministra del 5% Widmer Schlumpf, eletta dal PSS e dal PPD (quello ormai fusosi nel nuovo partito unico delle cadreghe PLRPPD) in un golpe parlamentare contro Christoph Blocher, il quale aveva vinto le elezioni. La ministra del 5% ha dato il via ad una sciagurata politica della capitolazione ad oltranza davanti ad ogni pretesa di Stati esteri vogliosi di mettere le mani “pro saccoccia” sulla nostra piazza finanziaria (Stati che i loro paradisi fiscali se li tengono tuttora ben stretti).
Il triciclo PLR-PPD-PSS ha appoggiato tale politica di asservimento. Risultato: migliaia di posti di lavoro persi in Ticino ed introiti fiscali falcidiati. Nemmeno la partitocrazia di cui sopra si è però spinta al punto di accettare le fishing expedition, che al contrario ha sempre rifiutato. A questo ha provveduto la risicata maggioranza del Tribunale federale, tra cui un giudice ex udc, che, con una sentenza scandalosamente politica - non certo giuridica - sulla trasmissione alla Francia dei dati personali di 40mila clienti UBS, ha bypassato la volontà del legislatore. L’invereconda decisione ha suscitato vivaci reazioni politiche.
E ci sarebbe mancato altro. Eppure, in sprezzo del ridicolo, alcuni magistrati hanno avuto la bella idea di mettersi a blaterare di presunte violazioni del principio della separazione dei poteri. Proprio vero che alla tolla di certuni non c’è limite. A farsi beffe della separazione dei poteri sono proprio quei giudici che - come