Svizzera, 07 marzo 2020
Ha la tubercolosi, quindi può restare in Svizzera
La signora Giuseppina Santoro di SOS Ticino è riuscita a trattenere in Ticino un giovane gambiano che soffre di dermatopolimiosite idiopatica e di tubercolosi latente. È proprio grazie al fatto che è malato che l’uomo ha potuto evitare di essere rispedito in Italia, dove viveva già da tre anni. La situazione potrà essere rivalutata una volta che il gambiano sarà guarito, ovviamente a spese dei contribuenti elvetici.
L’uomo era giunto in Europa nel maggio 2016 e aveva presentato una domanda d’asilo in Italia. Insoddisfatto del trattamento ricevuto nella vicina Penisola, quasi tre anni dopo, nel marzo 2019, il cittadino gambiano ha deciso di recarsi a Chiasso e presentare una domanda d’asilo anche in Svizzera. Purtroppo per lui la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) si è subito accorta che l’uomo era già registrato in Italia. Così, nemmeno un mese dopo il suo arrivo, ha deciso di mandarlo indietro.
Allora il gambiano, sostenuto da SOS Ticino, ha giocato la carta medica. A fine aprile 2019 ha ricorso al Tribunale amministrativo federale sostenendo che la SEM non avesse considerato le sue precarie condizioni di salute.

E già in maggio il TAF gli ha dato ragione, obbligando la SEM a chinarsi nuovamente sul caso. La SEM ha così commissionato all’EOC un rapporto medico esaustivo per avere un quadro completo delle condizioni mediche del richiedente. In agosto, sulla base di quel rapporto, ha nuovamente pronunciato il trasferimento dell’uomo verso l’Italia.
Tramite la signora Giuseppina Santoro l’uomo ha così presentato ricorso al TAF anche contro la seconda decisione della SEM. Subito dopo è tornato a farsi ricoverare all’OBV di Mendrisio, dove è rimasto per un paio di settimane. In seguito ha trasmesso un nuovo certificato medico attestante le sue malattie. Nelle sue osservazioni al TAF ha affermato che un eventuale ritorno in Italia metterebbe a rischio la sua salute. E il TAF ha dato ragione all’uomo, sostenendo che la SEM avrebbe dovuto ottenere delle garanzie individuali e concrete da parte delle autorità italiane riguardo a una presa in carico medica dell’uomo prima di decretarne il rinvio. Finché l’Italia non garantirà di volersi prendere cura del cittadino gambiano egli potrà quindi restare a farsi curare in Svizzera.