Ticino, 30 aprile 2020

Il Governo ha deciso: "Sì alla riapertura delle scuole"

BELLINZONA – Le autorità cantonali si sono riunite oggi nell'Aula del Gran Consiglio di Bellinzona per aggiornare la popolazione circa l'emergenza coronavirus in Ticino. All'incontro informativo hanno preso parte il medico cantonale Giorgio Merlani, il direttore del DECS Manuele Bertoli, il Capo servizio dell'EOC e specialista in pediatria e malattie infettive Lisa Kottanattu e il vice presidente dell'Associazione Comuni Ticinesi, nonché rappresentante dell'Ente regionale di sviluppo del Luganese e sindaco di Capriasca, Andrea Pellegrinelli.

La cronaca della conferenza:

Sì alla riapertura delle scuole

Il Consiglio di Stato ha deciso di confermare la riapertura delle scuole dell'obbligo pubbliche e private dall'11 maggio 2020 nel rispetto delle indicazioni specifiche sanitarie dell'Ufficio del medico cantonale e dell'Ufficio federale della salute pubblica.

"La responsabilità individuale è importante"

Bertoli: “Dobbiamo partire, ancora una volta, dalla situazione generale con la quale siamo confrontati. Le decisioni prese sono state importanti e difficili ma sempre con prudenza. Quello che diremo oggi ribadisce che è importante, in questo quadro generale, riconoscere e sottolineare come la responsabilità individuale e collettiva è stata, è e sarà importante anche in futuro”.

"12 bambini da 0 ai 9 anni positivi in Ticino"

Merlani: “Ad oggi abbiamo 3’210 casi positivi, 19 in più di ieri. In totale sono risultati positivi 12 bambini da 0 ai 9 anni. Tra i 10 e i 19 anni, invece, abbiamo avuto 62 casi. 20 persone sono ancora intubate. Le persone sono decedute sono 321, di cui 146 in case anziani: circa il 45% del totale dei decessi. Sono partiti i test sierologici e nei prossimi giorni avremo 1’500 ticinesi – sorteggiati a caso – che riceveranno una lettera nominale per chiedere se vogliono partecipare al test. Per me è fondamentale ribadire che non è finita. La calma è solo apparente. Restano fondamentali le regole di igiene".

"I bambini non sono immuni, ma ci sono pochi casi"

Kottanattu: "Le notizie riportate dai media hanno creato confusioni. La pandemia è una situazione straordinaria che nessuno avrebbe mai immaginato. Le malattie virali nei bambini sono il pane quotidiano di noi pediatri. Sappiamo con certezza che i bambini non contribuiscono in maniera significativa a diffondere il virus. I dati ufficiali, però, supportano la tesi che i bambini non giocano un ruolo importante nella diffusione del virus. Su tutti i tamponi effettuati su bambini sono risultati positivi lo 0,3%. Numeri in linea con i dati degli altri Paesi. Non voglio dire che i bambini sono immuni e non si possono infettare. I bambini possono ammalarsi, ma sappiamo che i casi sono pochi e il decorso è favorevole".

"Ecco perché è opportuno riaprire le scuole"

Bertoli: "Abbiamo visto qual è il contesto generale. Dentro questo contesto, dopo aver superato il picco e senza abbassare la guardia, dobbiamo ragionare sulla convivenza con questa situazione che durerà diverso tempo. Altrimenti, si rischia di avere problemi

maggiori in altri settori. La convivenza è necessaria ed è in questa direzione che ci stiamo muovendo. Ci sono decisioni facili e ci sono decisioni giuste. Noi dobbiamo andare incontro a quelle giuste. Il Consiglio Federale ha deciso delle fasi di apertura nelle quali si inserisce anche il Ticino. Dal 27 aprile c'è stato un passo avanti e dal 4 maggio finisce la finestra di crisi cantonale. Dall'11 maggio ci sarà un cambiamento piuttosto importante. In questo cambiamento si inserisce anche la scuola dell'obbligo. Perché è opportuno aprirle? È un pilastro della nostra società. È quindi importante che i Cantoni si siano adoperati a organizzare una scuola funzionale e di qualità, oltre che obbligatoria. Le scuole sono state chiuse per cause di forza maggiore, ma guardando i dati della curva pandemica il Consiglio Federale ha deciso che non è più il caso di tenerle chiuse".

Classi a metà e asili facoltativi

Bertoli: "Il Ticino ha scelto la linea più prudente di tutta la Svizzera. C'è comprensione per chi ha legittima comprensione. Il Ticino ha bisogno un istruzione di riferimento che non ha pari rispetto al nostro ordine collettivo. La scuola deve poter riaprire anche se in modalitàâ prudente e parziale, ma non può sottrarsi a questo momento in cui si cerca di tornare alla normalità. Dall'11 maggio, la scuola sarà a metà classe: questo ci aiuta a rispettare le distanze e rispettare le norme igieniche e organizzare bene tutto per ridurre il rischio di contagio. L'obiettivo numero uno per il ritorno a scuola è quello dell'accoglienza e la rielaborazione attraverso il contatto diretto con insegnanti e compagni. È giusto che la scuola riapra. Abbiamo discusso molto con i Comuni. Loro hanno delle competenze nelle scuole comunali. Abbiamo capito che la differenza tra istituzioni comunali e situazioni nelle scuole comunali impone un ragionamento flessibile. Per questo, con i Comuni abbiamo definito un percorso con diverse fasi di intervento. Tutte le scuole avranno classi dimezzate. Decidono i Comuni come avverrà questa soluzione. In classe al massimo ci saranno 12 bambini. La seconda condizione particolare è che la frequenza negli asili, fino alla fine dell'anno scolastico, facoltativa. Sono tre le ragioni per cui lo facciamo: 1) dare riscontro ai Comuni; 2) bambini piccoli sono più difficili da gestire; 3) crediamo che possiamo avere a disposizione qualche docente in più nel servizio di accudimento. La scelta è dei genitori, non dei docenti. Dovranno comunicare cosa intendono fare".

"Per le Medie la base rimane la scuola a distanza"

Bertoli: "Gli istituti che hanno difficoltà a gestire la situazione possono chiedere delle deroghe per chiedere la facoltatività per i bambini di prima e seconda elementare. Una difficoltà vera che abbiamo è che dobbiamo poter offrire un servizio di accudimento per le famiglie che non possono tenere i figli a casa. Combinare l'apertura a metà con l'accudimento non saràâ facile, ma la scuola lo deve offrire. Nelle Scuole Medie ci saranno materie che si terranno a distanze e alcuni in presenza. Il minimo di presenza sarà una giornata alla settimana, ma la base rimane la scuola a distanza".

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