È definitivo il licenziamento dall’amministrazione cantonale di un 38enne svizzero kosovaro domiciliato a Monte Carasso, fratello di uno dei cinque condannati per l’omicidio avvenuto in via Odescalchi a Chiasso nel 2015.
Il ricorso dell’uomo, che lavorava per il Cantone come funzionario amministrativo dal 2010, è infatti stato respinto dal Tribunale federale con sentenza pubblicata oggi.
Il 38enne, ricordiamo, era già stato condannato per favoreggiamento in relazione ai fatti di via Odescalchi. Dopo la sparatoria nella quale aveva perso la vita un 35enne portoghese, egli aveva infatti aiutato il fratello in fuga a nascondersi. Gli aveva consegnato il proprio telefonino e le chiavi dell’appartamento della sua ragazza a Lugano, favorendone la latitanza. Per questo era stato condannato a una pena pecuniaria di 70 aliquote giornaliere e una multa di 500 franchi.
Il fratello minore era in ogni caso stato arrestato e in seguito condannato a 7 anni.
Durante il processo era inoltre emerso che già nel 2007 il 38enne
svizzero kosovaro aveva cercato di difendere il fratello minore dichiarandosi colpevole al posto suo di un incidente. Anche in quell’occasione era stato condannato per favoreggiamento.
Il licenziamento dall’Amministrazione cantonale risale invece al gennaio 2019, dopo che nell’anno precedente era emersa “una serie di comportamenti inadeguati, potenzialmente qualificabili come violazione dei doveri di servizio e atti a compromettere il necessario rapporto di fiducia con l'amministrazione cantonale”. A seguito della sua condanna erano infatti sorti “dei gravi conflitti” nell’ambiente lavorativo ed egli si era macchiato di “reazioni inappropriate”.
Egli si era opposto al licenziamento ricorrendo dapprima al Consiglio di Stato, poi al Tribunale amministrativo cantonale e infine al Tribunale federale. Ma anche i giudici di Losanna hanno ritenuto che il licenziamento fosse giustificato. Il ricorso è dunque stato respinto e le spese giudiziarie di 3mila franchi poste a carico del 38enne.