Un cittadino italiano si è presentato nel settembre scorso a Chiasso chiedendo asilo politico a causa di un litigio con il fratello. Ha sostenuto di non essere preso sul serio dalle autorità italiane e ha pure presentato un Dvd volto a dimostrare che l’Italia non è affatto il paese sicuro immaginato dalla Segreteria di Stato per la migrazione (SEM).
Tuttavia sia la sua domanda d’asilo sia il successivo ricorso al Tribunale amministrativo federale (TAF) sono stati respinti. L’uomo, in quanto cittadino comunitario, è stato invitato a rivolgersi alle autorità ticinesi per l’eventuale richiesta di un permesso di soggiorno.
La vicenda emerge da una sentenza pubblicata oggi dal TAF. Emerge che l’uomo si è presentato a Chiasso lo scorso 14 settembre, in provenienza da Torino. Sentito dai funzionari della SEM un paio di settimane dopo, ha motivato la sua richiesta dello statuto di rifugiato con “alcune vicissitudini intercorse con il fratello nel contesto delle scelte circa la presa a carico della madre invalida”.
Il fratello “si sarebbe spinto sino a falsificare dei certificati medici onde addossare al richiedente l’asilo presunte patologie psichiatriche e disporre con la complicità del tutore quanto
Tuttavia sia la sua domanda d’asilo sia il successivo ricorso al Tribunale amministrativo federale (TAF) sono stati respinti. L’uomo, in quanto cittadino comunitario, è stato invitato a rivolgersi alle autorità ticinesi per l’eventuale richiesta di un permesso di soggiorno.
La vicenda emerge da una sentenza pubblicata oggi dal TAF. Emerge che l’uomo si è presentato a Chiasso lo scorso 14 settembre, in provenienza da Torino. Sentito dai funzionari della SEM un paio di settimane dopo, ha motivato la sua richiesta dello statuto di rifugiato con “alcune vicissitudini intercorse con il fratello nel contesto delle scelte circa la presa a carico della madre invalida”.
Il fratello “si sarebbe spinto sino a falsificare dei certificati medici onde addossare al richiedente l’asilo presunte patologie psichiatriche e disporre con la complicità del tutore quanto
alla collocazione della madre”.
Il richiedente avrebbe poi denunciato le negligenze cui sua madre era sottoposta, “salvo subire un procedimento penale, poi archiviato, per interruzione del pubblico servizio”. Lui avrebbe in seguito deferito il tutore e la struttura presso la procura di Torino, ma si sarebbe trovato a far fronte “alla false dichiarazioni del fratello e del tutore quanto alle sue condizioni psichiche”.
Insomma, visto quanto successo il richiedente l’asilo ritiene di non poter più vivere tranquillamente in Italia e ha dunque chiesto asilo politico in Svizzera. Ma la SEM, come hanno ribadito i giudici del TAF, ha giustamente respinto la richiesta poiché la Svizzera non concede di regola l’asilo a persone che sono semplicemente vittime di presunte diatribe familiari.
Il ricorso dell’uomo è quindi stato respinto e le spese giudiziarie poste a suo carico. Al cittadino italiano non è quindi stato riconosciuto l’asilo politico. Tuttavia, come detto, egli è libero di chiedere un permesso di dimora alle autorità ticinesi, in quanto cittadino comunitario.
Il richiedente avrebbe poi denunciato le negligenze cui sua madre era sottoposta, “salvo subire un procedimento penale, poi archiviato, per interruzione del pubblico servizio”. Lui avrebbe in seguito deferito il tutore e la struttura presso la procura di Torino, ma si sarebbe trovato a far fronte “alla false dichiarazioni del fratello e del tutore quanto alle sue condizioni psichiche”.
Insomma, visto quanto successo il richiedente l’asilo ritiene di non poter più vivere tranquillamente in Italia e ha dunque chiesto asilo politico in Svizzera. Ma la SEM, come hanno ribadito i giudici del TAF, ha giustamente respinto la richiesta poiché la Svizzera non concede di regola l’asilo a persone che sono semplicemente vittime di presunte diatribe familiari.
Il ricorso dell’uomo è quindi stato respinto e le spese giudiziarie poste a suo carico. Al cittadino italiano non è quindi stato riconosciuto l’asilo politico. Tuttavia, come detto, egli è libero di chiedere un permesso di dimora alle autorità ticinesi, in quanto cittadino comunitario.