Ticino, 10 gennaio 2021
Richiedente l'asilo pluricondannato e plurirespinto vince al TRAM
Da quando è arrivato in Svizzera, nel 2007, ha presentato cinque domande d’asilo, tutte respinte. È stato oggetto di diverse condanne penali, principalmente per droga, ed è stato pure incarcerato amministrativamente per un anno in vista del suo allontamento dalla Svizzera. Eppure è ancora qui, in Ticino. E ora è pure riuscito a farsi parzialmente accogliere un ricorso dal Tribunale cantonale amministrativo (TRAM).
Dalla sentenza del TRAM, pubblicata ieri, si evince che all’uomo è stato più volte ordinato di lasciare la Svizzera. Vista la sua mancata collaborazione, nel 2015 la Sezione della popolazione del Dipartimento delle istituzioni ne ha disposto la carcerazione amministrativa per la durata di sei mesi. La misura, confermata dal Giudice dei provvedimenti coercitivi, è stata poi prorogata per altri sei mesi, “ritenuto come l'interessato non avesse intrapreso nulla di concreto per far rientro nel proprio Paese d'origine (non avendo in particolare collaborato per l'ottenimento dei necessari documenti di legittimazione) e continuasse a opporsi al proprio allontanamento”.
Nonostante un anno di detenzione, le autorità non sono quindi riuscite a rinviarlo al suo paese. Anzi, appena uscito dal carcere l’uomo ha presentato una nuova domanda d’asilo. Anch’essa respinta dalla SEM, così come su ricorso dal Tribunale amministrativo federale (TAF).
Visto che l’uomo continuava

a ignorare l’ordine di lasciare il territorio svizzero, nel 2019 la Polizia cantonale ha quindi disposto nei suoi confronti un divieto di abbandonare la circoscrizione di due comuni, tra cui quello in cui si trova il centro della Protezione civile in cui è alloggiato. La misura doveva servire a tenere sotto controllo la sua presenza in Svizzera in attesa dell’allontanamento.
Il Giudice dei provvedimenti coercitivi ha confermato la decisione della Polizia cantonale. Dal canto suo anche il TRAM ha riconosciuto che la misura era giustificata. “Il provvedimento impugnato, il cui scopo non è ancora stato raggiunto, appare senz'altro necessario - si legge nella sentenza -. Anzi, potrebbe finanche rivelarsi insufficiente, dal momento che, pur di sottrarsi all'esecuzione del suo allontanamento e malgrado l'obbligo di firma altresì impostogli dalla Polizia cantonale, il 9 febbraio 2019 - proprio poco dopo l'adozione della qui controversa misura nei suoi confronti (…) - il ricorrente ha apparentemente lasciato il Centro Protezione Civile in cui risiedeva, facendo perdere le sue tracce”.
Tuttavia il TRAM ha dato almeno in parte ragione al pluricondannato e plurirespinto migrante, stabilendo che non è possibile disporre un divieto di abbandonare una circoscrizione a tempo indeterminato. La Polizia cantonale avrebbe dovuto limitare la durata del provvedimento a un massimo di due anni. Termine che, tra l’altro, scadrà tra pochi giorni.