Secondo l'art. 39 cpv. 1 LGC allorché eventi di grande portata istituzionale nel Cantone richiedano uno speciale chiarimento, il Gran Consiglio, sentito il Consiglio di Stato, può, a maggioranza assoluta, istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta.
Una richiesta analoga è già stata esaminata dal Gran Consiglio lo scorso 24 settembre 2020. La presente non vuole semplicemente riproporre quanto è già stato rifiutato, ma mettere in luce le circostanze nuove emerse, che impongono un riesame della questione. A titolo di premessa ci teniamo a ribadire subito i ruoli distinti e differenti della Magistratura penale e della CPI. La prima deve giudicare alla luce della legge penale le azioni di singole persone, mentre la seconda indaga e valuta l'operato dell';amministrazione nell'ottica delle norme di diritto pubblico applicabili. Giustamente, non si tratta di rifare un processo a M.B., ma secondo una procedura corretta e ordinata per evitare ogni abuso si tratta di valutare il modo in cui l'Amministrazione cantonale ha gestito la vicenda (evidenziando meccanismi di disfunzionamento o disorganizzazione) ed eventualmente
proporre correttivi, soprattutto se si pensa che sulla fattispecie non è mai stata svolta alcuna inchiesta amministrativa. In tal senso, utili e complementari saranno le rilevanze ai sensi della Mozione Come nell’Amministrazione cantonale, nella scuola e nelle aziende pubbliche si agisce nel caso di abusi e molestie? che ci si augura il Parlamento possa trattare a breve.
Ma veniamo ai motivi che impongono una rivalutazione di quanto il Gran Consiglio aveva
deciso:
1) Le parole del Giudice Marco Villa sono ormai note a tutti. Soltanto però il 3 dicembre 2020, ossia dopo la decisione del Gran Consiglio, è stato possibile ottenere finalmente una copia anonimizzata della sentenza di primo grado. Tale giudizio di 134 pagine non si limita a valutare i comportamenti di M.B., ma esplicitamente lancia degli interrogativi sull'operato dell'Amministrazione cantonale:
- come mai il superiore di M.B. nel 2005, sentendo che il collaboratore aveva fatto delle avances (e dopo aver ricevuto 6 pagine di scambi mail con M.B.), ha semplicemente promesso alle vittime che M.B. non si sarebbe più occupato di giovani, ma non ha mai indicato alle vittime la possibilità di fare denuncia e di poteressere assistite psicologicamente?
- come mai il superiore di M.B., vista la gravità di quanto raccontatogli, ha redatto solo un verbale che si è portato a casa?
- come mai il superiore di M.B. non si è consultato a sua volta con il superiore?
Ma dalla sentenza di primo grado emergono ulteriori aspetti ambigui:
- come mai dal 6.6.2018, giorno della segnalazione al Ministero pubblico, M.B. è stato sospeso dal proprio impiego, senza privazione dello stipendio, fino al 31.5.2019, quando il Consiglio di Stato ha messo M.B. a beneficio del pensionamento anticipato, mentre per esempio per molto di meno un docente di educazione