Protagonista della vicenda è un cittadino angolano che avrebbe dovuto lasciare la Svizzera quasi 24 anni fa ma che è riuscito a rimanere grazie a un’impressionante sfilza di ricorsi. Tutti respinti tranne l’ultimo, presentato nel gennaio 2020 dall’avvocato Alfred Ngoyi Wa Mwanza, che è stato ora accolto dal TAF.
I giudici hanno rimproverato alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) di aver confermato la decisione di rinvio dell’angolano senza tenere sufficientemente conto dei suoi problemi di salute, o meglio della sua “cardiopatia valvolare nell'insufficienza aortica di 3° grado con stenosi e ipertrofia ventricolare mista”.
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La SEM aveva ritenuto che questi problemi non costituissero un ostacolo al suo rinvio in Angola, visto che anche nel paese africano avrebbe potuto avere accesso alle cure e ai medicamenti necessari. Nel 2019, per l’ennesima volta, ne avevano quindi decretato l’espulsione dalla Svizzera.
A torto, secondo i giudici, che nella sentenza pubblicata questa settimana accusano la SEM di non aver valutato il peggioramento dello stato di salute dell’uomo. Inoltre, secondo i giudici, dopo oltre vent’anni trascorsi lontani dall’Angola egli farebbe fatica a ritrovarvi un lavoro che gli consenta di finanziarsi i medicamenti necessari.
Il ricorso è quindi stato accolto e la causa rinviata alla SEM affinché provveda nuovamente a verificare l’eventuale accessibilità alle cure mediche che l’uomo avrebbe in caso di ritorno in Angola. Se questa accessibilità non fosse assicurata, la SEM dovrà consentirgli di restare in Svizzera.
A torto, secondo i giudici, che nella sentenza pubblicata questa settimana accusano la SEM di non aver valutato il peggioramento dello stato di salute dell’uomo. Inoltre, secondo i giudici, dopo oltre vent’anni trascorsi lontani dall’Angola egli farebbe fatica a ritrovarvi un lavoro che gli consenta di finanziarsi i medicamenti necessari.
Il ricorso è quindi stato accolto e la causa rinviata alla SEM affinché provveda nuovamente a verificare l’eventuale accessibilità alle cure mediche che l’uomo avrebbe in caso di ritorno in Angola. Se questa accessibilità non fosse assicurata, la SEM dovrà consentirgli di restare in Svizzera.
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