Sette anni fa Giancarlo Sergi era arrivato tra lo scetticismo generale per guidare il basket svizzero. A distanza di quel periodo, anche se molte cose devono ancora essere sistemate, possiamo dire che il numero uno della pallacanestro nazionale ha indubbiamente svolto un buon lavoro. Molte idee, sue e dei suoi più stretti collaboratori (e fra questi ci piazziamo sicuramente il vice presidente Claudio Franscella) sono state realizzate ed altre sono in cantiere. Come detto, di cose (anzi, progetti) ce ne sono ancora da realizzare, ma un primo dato confortante che emerge è che, per quanto riguarda la nazionale, ora non siamo più gli ultimi della serie, anzi.
A più riprese abbiamo fallito di un niente le qualificazioni mondiali ed europee, poi battere la Serbia (al completo o rimaneggiata resta sempre una delle nazioni più forti in Europa) grazie alla famosa ed indimenticabile prodezza di Dusan Mladjan nella “bolla” di Helsinki, è stata un’impresa che ha risvegliato l’attenzione di tutti gli addetti ai lavori internazionali. Insomma: Sergi può finalmente accennare ad un primo bel sorriso, noi in coincidenza dell’inizio del campionato avvenuto ieri, abbiamo voluto avvicinarlo per sentire le sue sensazioni e per sapere cosa bolle nella pentola del basket svizzero.
La pallacanestro svizzera sta lentamente prendendo quota e questa è sicuramente una notizia confortante.
Assolutamente sì, anche perché stiamo lavorando bene alla base ed anche nei centri nazionali l’interesse dei giovani è aumentato e di conseguenza i progressi cominciano a farsi vedere in modo tangibile. Abbiamo e stiamo lavorando tanto per cambiare molte cose e notiamo finalmente che tutti i club ed i loro dirigenti ci stanno ascoltando e seguendo.
Quindi tutto il nostro movimento sta decollando, non è più fermo al palo?
Certo e questo è indubbiamente un motivo d’orgoglio per tutti noi. Da un paio di anni stiamo ottenendo dei risultati – soprattutto grazie alla nostra nazionale maschile – davvero eccellenti e questo ci sprona a fare ancora meglio. Gianluca Barilari ci ha aperto la via ed ha dato una grande scossa alla nostra selezione; ora ètornato a lavorare per i giovani ed i risultati li vedremo in un futuro a medio termine. Il nuovo tecnico Ilias Papatheodor sta pure svolgendo un grandissimo lavoro. Anche nel “basket 3 contro 3” le cose sono migliorate grazie al contributo di Westher Molteni che è diventato il responsabile di questo settore.
Insomma, il nostro basket, come detto, non deve più fare a spallate per uscire da una sorta di anonimato.
Possiamo dirlo a voce alta. Non siamo più dei… materassi ma abbiamo e stiamo guadagnando il rispetto di molti paesi di grande prestigio che vogliono confrontarsi con noi. Ciò significa che il nostro lavoro viene finalmente riconosciuto. Ora siamo proprio vicini a giocare le nostre chanses con tutti. Mentalmente abbiamo ancora un po’ paura a decidere certe partite ma sono convinto che sapremo superare anche questo ostacolo. Abbiamo diversi giocatori talentuosi e questo ci dovrebbe aiutare in modo tangibile per compiere un ulteriore salto di qualità. Tutti mi stanno aiutando e da queste colonne un ringraziamento lo faccio al mio “vice” Claudio Franscella e il presidente di TicinoBasket Mattia Cavadini che stanno assicurando al nostro movimento un preziosissimo contributo affinché il basket nel vostro Cantone progredisca ulteriormente. Franscella è poi molto conosciuto e stimato anche nel resto della Svizzera.
Ilias Papatheodor sembra l’uomo giusto per
A più riprese abbiamo fallito di un niente le qualificazioni mondiali ed europee, poi battere la Serbia (al completo o rimaneggiata resta sempre una delle nazioni più forti in Europa) grazie alla famosa ed indimenticabile prodezza di Dusan Mladjan nella “bolla” di Helsinki, è stata un’impresa che ha risvegliato l’attenzione di tutti gli addetti ai lavori internazionali. Insomma: Sergi può finalmente accennare ad un primo bel sorriso, noi in coincidenza dell’inizio del campionato avvenuto ieri, abbiamo voluto avvicinarlo per sentire le sue sensazioni e per sapere cosa bolle nella pentola del basket svizzero.
La pallacanestro svizzera sta lentamente prendendo quota e questa è sicuramente una notizia confortante.
Assolutamente sì, anche perché stiamo lavorando bene alla base ed anche nei centri nazionali l’interesse dei giovani è aumentato e di conseguenza i progressi cominciano a farsi vedere in modo tangibile. Abbiamo e stiamo lavorando tanto per cambiare molte cose e notiamo finalmente che tutti i club ed i loro dirigenti ci stanno ascoltando e seguendo.
Quindi tutto il nostro movimento sta decollando, non è più fermo al palo?
Certo e questo è indubbiamente un motivo d’orgoglio per tutti noi. Da un paio di anni stiamo ottenendo dei risultati – soprattutto grazie alla nostra nazionale maschile – davvero eccellenti e questo ci sprona a fare ancora meglio. Gianluca Barilari ci ha aperto la via ed ha dato una grande scossa alla nostra selezione; ora ètornato a lavorare per i giovani ed i risultati li vedremo in un futuro a medio termine. Il nuovo tecnico Ilias Papatheodor sta pure svolgendo un grandissimo lavoro. Anche nel “basket 3 contro 3” le cose sono migliorate grazie al contributo di Westher Molteni che è diventato il responsabile di questo settore.
Insomma, il nostro basket, come detto, non deve più fare a spallate per uscire da una sorta di anonimato.
Possiamo dirlo a voce alta. Non siamo più dei… materassi ma abbiamo e stiamo guadagnando il rispetto di molti paesi di grande prestigio che vogliono confrontarsi con noi. Ciò significa che il nostro lavoro viene finalmente riconosciuto. Ora siamo proprio vicini a giocare le nostre chanses con tutti. Mentalmente abbiamo ancora un po’ paura a decidere certe partite ma sono convinto che sapremo superare anche questo ostacolo. Abbiamo diversi giocatori talentuosi e questo ci dovrebbe aiutare in modo tangibile per compiere un ulteriore salto di qualità. Tutti mi stanno aiutando e da queste colonne un ringraziamento lo faccio al mio “vice” Claudio Franscella e il presidente di TicinoBasket Mattia Cavadini che stanno assicurando al nostro movimento un preziosissimo contributo affinché il basket nel vostro Cantone progredisca ulteriormente. Franscella è poi molto conosciuto e stimato anche nel resto della Svizzera.
Ilias Papatheodor sembra l’uomo giusto per
proseguire il lavoro di Barilari.
Assolutamente, è davvero molto in gamba, l’abbiamo assunto subito dopo la sconfitta della Grecia per le qualificazioni olimpiche; è perfettamente cosciente che da noi il movimento non vive solo di professionismo, ma è felice e molto stimolato e tutti rispondono ai suoi appelli. Non possiamo dimenticare quello che ha fatto Barilari, che ha dato un giro di vite a molte situazioni, ottenendo tra l’altro più vittorie di tutti i suoi predecessori. Tornando al tecnico greco: è importante per il futuro e sono sicuro che con Barilari e tutte le associazioni regionali e cantonali il livello della nostra pallacanestro salirà. Anche per il settore femminile stiamo lavorandosodo, i presupposti per far bene ci sono tutti ed anche qui i risultati non mancano, meglio così.
Assolutamente, è davvero molto in gamba, l’abbiamo assunto subito dopo la sconfitta della Grecia per le qualificazioni olimpiche; è perfettamente cosciente che da noi il movimento non vive solo di professionismo, ma è felice e molto stimolato e tutti rispondono ai suoi appelli. Non possiamo dimenticare quello che ha fatto Barilari, che ha dato un giro di vite a molte situazioni, ottenendo tra l’altro più vittorie di tutti i suoi predecessori. Tornando al tecnico greco: è importante per il futuro e sono sicuro che con Barilari e tutte le associazioni regionali e cantonali il livello della nostra pallacanestro salirà. Anche per il settore femminile stiamo lavorandosodo, i presupposti per far bene ci sono tutti ed anche qui i risultati non mancano, meglio così.
Parliamo del campionato che è iniziato ieri – dopo l’apertura stagionale due settimane fa con la disputa delle due Supercoppe (successi delle due compagini friborghesi su quelle ginevrine).
Credo che assisteremo ad un torneo di un buon livello. Non nascondo che le favorite sono le solite, con in testa il Friborgo ed una SAM Massagno che si presenta con una compagine molto competitiva. Il Ginevra (con Portannese) ed il Neuchâtel potrebbero rappresentare delle sorprese.
I Lugano Tigers sembrano arrancare visto che mancano sufficienti mezzi economici per allestire una squadra migliore.
Il presidente Cedraschi sta facendo davvero molti sacrifici per tenere in piedi la sua squadra. È un dirigente che conosce come pochi il basket ed anche nella nostra federazione il suo contributo è sempre molto importante. È vero, il Lugano appare più debole ma attenti a non sottovalutarlo, la scorsa stagione per esempio gli Starwings di Basilea sono arrivati addirittura fino alla finale per l’assegnazione dello scudetto e questo dice tutto. Sulla carta tutti sono capaci a “sputare” sentenze, poi a livello pratico le cose possono cambiare. Comunque il torneo appare interessante anche grazie al ritorno di Swiss Central che irrobustisce la presenza del basket della Svizzera tedesca.
Ottimista per il futuro?
Sì perché abbiamo guadagnato la fiducia anche nei confronti di quelle persone che una volta ci snobbavano. Il merito è stato quello di continuare a lavorare e di credere nei progetti, i tanti sacrifici pagano e noi ora stiamo raccogliendo i primi frutti di questo grande lavoro, che non è ovviamente finito perché dobbiamo ancora compiere unlungocammino perarrivare al traguardo fissato. La Lega Nazionale A è stimolante, ancor più importante è che il pubblico stia tornando inpalestradopolapandemia perché, senza spettatori, è difficile continuare. Poi la nostra intenzione è che dalla Lega Nazionale B le squadre che vincono in questa categoria – il Vevey per esempio sta investendo molti soldi per ritrovare il… sole – si decidano ad accettare la promozione, tutti devono sapere che nella massima divisione si può arrivare e restare.
Dopo sette anni di presidenza non è un po’ stanco?
No, sono ancora voglioso di lavorare perché caricato da tutti i miei collaboratori che mi stanno aiutando moltissimo. Arriverà il momento in cui dirò basta, ma per ora desidero continuare per contribuire alla crescita di un basket svizzero comunque sulla buona strada per uscire definitivamente dall’anonimato.
GIANNI MARCHETTI