ROMA (Italia) – “Diceva ai ragazzi di scrivere negli anelli dell’Inferno di Dante i nomi dei compagni che volevano vedere morti, sulla lavagna tracciava simboli massonici, chiedeva agli allievi di ripetere frasi di continuo, senza interruzione, mentre erano in classe”. Tiziana Cagnazzo, presidente del Consiglio d’istituto della scuola Carlo Levi di Roma, ha così fotografato l’incubo vissuto dagli studenti di alcune classi, terrorizzati dalla maestra.
Contro l’insegnante sono insorte le famiglie dei bambini: in 60 hanno firmato un esposto denunciando il tutto alla dirigente scolastica. La maestra in seguito è stata sospesa per sei mese. La donna avrebbe anche “aggredito verbalmente un bambino disabile di 8 anni e gli insegnanti venuti a difenderlo, tanto che la famiglia aveva sporto denuncia”.
Molti bambini non volevano più andare a scuola, facevano fatica a dormire la notte e qualcuno aveva ripreso a fare la pipì a letto. Il caso della spiegazione dell’Inferno dantesco, con la richiesta di scrivere i nomi dei compagni che volevano morti, fa riferimento a una seconda elementare. “I genitori sui quaderni hanno trovato contenuti poco chiari, che spaziavano dall’Inferno di Dante a numeri, simboli e formule magiche. Aveva un linguaggio scurrile, fumava nei corridoi e in aula metteva musica da discoteca ad altissimo volume”, ha spiegato la preside, facendo riferimento anche ad alcuni racconti dei genitori. Una mamma ha dovuto tenere a casa la figlia, quando la maestra in questione faceva lezione, perché aveva paura, piangeva e non voleva entrare in classe.
Sembra che una volta la donna si fosse messa a cavalcioni sulla finestra, urlando “Guarda come dondolo”, terrorizzando i ragazzini. I genitori avevano già tentato di confrontarsi con la docente per cercare di chiarire quanto stava avvenendo, “ma non riuscivamo a capire le sue parole, i toni sono diventati accesi, tanto da dover chiamare le forze dell’ordine”, ha continuato a spiegare la preside a “Il Messaggero”. È così emerso che la maestra soffriva di problemi di salute.