Ticino, 12 febbraio 2024

Qualità dell’aria invernale: tendenza al miglioramento

È il risultato della politica degli investimenti attuata dal Dipartimento di Zali

L’inverno, si sa, è il momento più difficile dell’anno dal punto di vista delle polveri fini. Il motivo è presto spiegato: oltre alle emissioni nocive prodotte dal traffico veicolare (che è costante tutto l’anno), in questa stagione sono in funzione gli impianti di riscaldamento. Non da ultimo occorre fare i conti con un fenomeno atmosferico, ovvero l'inversione termica che causa lo schiacciamento delle polveri al suolo e ne impedisce la dispersione. Sebbene finora l’inverno sia stato siccitoso, e dunque sfavorevole dal profilo meteorologico, i costanti miglioramenti al parco veicoli circolante mediante un maggior numero di auto elettriche in circolazione, abbinati a una sensibile diminuzione del traffico dovuta a un travaso sui mezzi pubblici (tema sul quale torneremo in un prossimo articolo), ma anche una politica volta all’incentivazione di termopompe, con centinaia di macchinari installati ogni anno al posto degli impianti alimentati con combustibili fossili, hanno fatto sì che quest’anno i primi superamenti del limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo si siano registrati soltanto a fine gennaio e che, soprattutto, siano stati pochissimi. Dove? In particolare nel Mendrisiotto (6 giorni a Mendrisio e 9 a Chiasso) che, come noto, subisce in larga parte l’influsso negativo dell’attività industriale della vicina Lombardia.
Un solo giorno di superamento, infine, a Bioggio e a Magadino. Complessivamente la tendenza è dunque positiva, soprattutto se si pensa che soltanto vent’anni fa, nel medesimo periodo (1. gennaio – primi di febbraio) a Lugano era stata superata la soglia per ben 7 volte e a Magadino 10. Quest’anno, invece, a Lugano siamo ancora (fortunatamente) a quota zero. Segno, questo, che la politica degli investimenti adottata dal Dipartimento del territorio si sta rivelando efficace.
 
Ultimo decennio
Una marcata tendenza al miglioramento ha preso avvio in particolar modo a partire dall'ultimo decennio, con gli effetti del progresso tecnologico e dei mutamenti nel settore della mobilità che sembrerebbero essere di nuovo preponderanti rispetto all'aumento delle percorrenze chilometriche. Questa tendenza al miglioramento è anche corroborata da una serie piuttosto consistente di minimi storici delle medie annue di diossido di azoto (2022, 2021, 2020, 2019, 2018, 2016 e 2014). A titolo di paragone, le medie annue rilevate negli scorsi mesi presso le stazioni di Chiasso e Mendrisio corrispondono infatti pressappoco a quelle misurate a Brione sopra Minusio all’inizio degli anni Novanta.
 
La rete cantonale di misura
La rete cantonale di rilevamento della qualità dell’aria è integrata nell’Osservatorio Ambientale della Svizzera Italiana (www.ti.ch/oasi), gestito dall’Ufficio del monitoraggio ambientale del DT. Nato nel 2002, OASI contempla tre campi d’azione: l’osservazione dei dati, la loro gestione e l’informazione al pubblico. L’osservazione prevede il rilevamento di dati in vari campi (qualità dell’aria, traffico, meteorologia,…) con effetto diretto o indiretto sull’ambiente. I dati accessibili e scaricabili, così come i settori toccati dall’OASI aumentano di anno in anno. Il sistema di gestione dei dati è interamente informatizzato e coordina la memorizzazione dei dati e delle informazioni (degli anni passati ed attuali) provenienti dai diversi punti di rilevamento. La rete delle stazioni di misura è lo strumento di verifica della qualità dell’aria ticinese e comprende: 9 stazioni di misura situate a Chiasso, Mendrisio, Bioggio, Pregassona, Locarno, Brione s/Minusio, Giubiasco, Bodio e Airolo. A partire dagli anni Novanta la rete cantonale di base monitora lo stato dell’aria in diverse ubicazioni caratteristiche di una determinata situazione (agglomerato, campagna, centro città, zona industriale, asse di transito). A questa si integrano 2 stazioni gestite dall’Ufficio federale dell’ambiente ubicate a Lugano e Magadino, quelle di Moleno e Camignolo per monitorare gli effetti del traffico sull’autostrada A2 e due punti di misura delle PM10 a Sigirino e Biasca.
MDD

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