La Commissione per la politica di sicurezza del Consiglio nazionale vuole porre fine all'avvicinamento della consigliera federale Viola Amherd alla NATO. La prevista adesione al sistema di difesa aerea europeo Sky Shield è solo un esempio e ci si aspetta che altri accordi saranno sottoscritti con l'alleanza militare.
Dall'inizio della guerra in Ucraina, il Consiglio federale si è posto l'obiettivo di avvicinarsi ancora di più alla NATO. La guerra ha dimostrato l'importanza della cooperazione internazionale, giustifica Viola Amherd, che insiste sempre sul fatto che tutto avviene nel quadro della neutralità. Ma ora i responsabili della politica di sicurezza del Consiglio nazionale intendono tracciare una linea rossa. La maggioranza della Commissione per la politica di sicurezza vuole incaricare il Consiglio federale, attraverso una mozione, di adeguare la legge in modo tale da vietare la partecipazione alle cosiddette pratiche dell'articolo 5 della NATO. Questo articolo è la cosiddetta "clausola di assistenza", secondo la quale in caso di attacco a un paese NATO, gli altri paesi dell'organizzazione si impegnano a fornire assistenza.
Martedì la commissione ha spiegato che l'esercito svizzero non ha il compito di difendere i confini esterni della NATO. Invece, la Costituzione federale afferma che l’esercito contribuisce al mantenimento della pace, protegge il Paese e la sua popolazione e sostiene le autorità civili nella lotta contro le gravi minacce alla sicurezza interna. "L'esercito dovrebbe concentrarsi su questi compiti costituzionali e non partecipare ad esercitazioni di difesa su larga scala del confine esterno della NATO", sottolinea la maggioranza della commissione.
I timori per la sicurezza dei membri del Consiglio nazionale non sono un caso. Domenica scorsa il nuovo segretario di Stato per la politica di sicurezza Markus Mäder non ha escluso esplicitamente, in un'intervista a Blick, la partecipazione alle esercitazioni previste dall'Articolo 5. “La NATO sta valutando caso per caso di invitare i paesi. Siamo aperti a questo, ma non c’è automatismo da nessuna parte”, ha spiegato.
E la stessa consigliera federale Viola Amherd non ha voluto finora escludere in caso di difesa la partecipazione ad esercitazioni della NATO. La Svizzera deve decidere "caso per caso", ha affermato dopo un incontro con il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg circa un anno fa.
Per i rappresentanti dell'UDC e della sinistra la partecipazione alle esercitazioni ex articolo 5 significherebbe in ogni caso la fine della neutralità svizzera. "In tal caso la Svizzera verrebbe percepita come parte della NATO, il che comporta un notevole rischio di escalation, senza che essa possa beneficiare del suo dovere di assistenza", sostengono.