Sport, 17 maggio 2024

“Sogno ancora la NHL: prima però voglio i playoff”

Ai Mondiali B di Bolzano abbiamo incontrato Tommaso De Luca (HCAP)

BOLZANO (Italia) - La scorsa settimana si sono tenuti a Bolzano i Mondiali di hockey del gruppo B, durante i quali ha esordito con la maglia azzurra l’attaccante dell’Ambrì Piotta Tommaso De Luca. Il risultato finale per l’Italia, guidata dalla transenna da Mike Pelino (che ha sostituito Mike Keenan assente per malattia) non è stato certamente all’altezza delle aspettative: la promozione nella massima serie (il gruppo A) non è arrivata, a vantaggio dell’accoppiata Ungheria e Slovenia, che dopo la retrocessione dello scorso anno risalgono così nella Top Division per il Mondiale di Svezia e Danimarca (Stoccolma ed Herning) del prossimo anno. Fra l’altro: la rassegna tenutasi nel Trentino ha visto la presenza alle partite di ben 34.530 spettatori superando i 32.000 del 2023 di Nottingham. Numeri importanti che confermano come l’hockey nel Nord Italia abbia sempre un buon seguito. Tornando alla nazionale italiana: fra le poche note positive ci sono le prestazioni dei biancoblù Diego Kostner, autore di un torneo sontuoso culminato con il premio tra i tre migliori giocatori italiani, e Tommaso De Luca, con il quale ci siamo intrattenuti per parlare della sua carriera e del suo futuro. 


Per un italiano nativo di Aosta il passaggio in Svizzera alle giovanili dell’HCAP può quasi sembrare strano. Ci puoi dire come è avvenuto?
Quando avevo circa 13/14 anni mio padre aveva ricevuto un’offerta di lavoro ad Ascona come allenatore professionista; quindi con la mia famiglia (anche il fratello Jacopo fa parte delle giovanili HCAP ed è già stato convocato con la selezione italiana U18) abbiamo deciso di trasferirci a vivere a Biasca e cogliere questa opportunità di crescita.


Dopo le esperienze nelle varie compagini Under HCAP 15-17-20, confrontandosi quasi sempre con ragazzi più grandi, nella stagione 21/22 lei ha esordito in prima squadra per poi vivere l’esperienza in Nord America, agli Spokane Chiefs. Per poi tornare da protagonista alla Gottardo Arena. Insomma: un uragano di emozioni nel breve volgere di 2 anni.
Questi anni sono stati veramente intensi e sono passati velocemente. Sono cresciuto molto sia in Nordamerica che agli ordini di coach Luca Cereda; adesso con la maglia della Nazionale cerco di migliorare imparando dai compagni più esperti, i quali mi hanno aiutato a capire maggiormente le dinamiche di gioco a livello internazionale. Devo continuare su questa strada cercando di sviluppare il mio livello di gioco e le mie qualità, dando il massimo sotto ogni punto di vista.


Di nazionalità italiana ma hockeysticamente svizzero: dopo aver lasciato l’Italia da giovanissimo De Luca ha svolto tutto il settore giovanile in Svizzera. E allora: cosa hasignificato questo Mondiale per lei?
Penso che mi sono sempre sentito italiano fin da piccolo. Anche quando mi sono trasferito in Svizzera a vivere, non ho mai dimenticato le mie radici. Quindi questo mondiale a Bolzano è stato molto emozionante; c’è stato un ambiente incredibile che non avevo mai visto in Italia (l’ultimo mondiale in Italia si era tenuto sempre a Bolzano nel 94’). La tifoseria ci ha sempre supportato anche quando siamo andati sotto nel risultato. Abbiamo dato tutto per essere promossi ma purtroppo non ci siamo riusciti ed è stata una grandissima delusione.


È inutile negare che a livello internazionale lei sia uno dei talenti più interessanti. Lo scorso autunno prima del Mondiale U20 in Svezia, a Göteborg, tenutosi a fine dicembre, giravano insistentemente voci riguardo ad una sua convocazione nella selezione rossocrociata. Quanto c’è di vero in questo? Era veramente arrivata la chiamata? C’è stato un problema burocratico?
La convocazione era arrivata, è stato sicuramente un problema burocratico di passaporto e purtropponon ho potuto rispondere alla chiamata. Mi avrebbefatto piacere giocare con la maglia della Svizzera.Avrebbe potuto anche essere trampolino di lancio ideale, visto che a questo torneo sono sempre presenti numerosissimi scout nordamericani. Sonosorti appunto problemi amministrativi, non so di preciso cosa sia andato storto, e da quel momentoho deciso di rispondere alla convocazione dell’ItaliaUnder 20 per il mondiale sloveno di Bled, giocatoprima di Natale, con l’obiettivo della promozione purtroppo svanito.


Si parla di dicembre 2023 e De Luca stava giocando ad un livello altissimo con l’HCAP. Poi purtroppo a Bled è arrivato un infortunio importante che gli ha fatto perdere alcune settimane e nonostante ciò ha chiuso la stagione con 45 partite e 21 punti inNational League. Per essere la prima stagione si tratta di un bottino di tutto rispetto. Una stagione molto positiva, però con qualche rimpianto dovuto all’infortunio. Sarebbe potuta andare meglio?
Sicuramente questo infortunio mi ha un po’ tagliato le gambe a metà stagione; era un momento in cui con l’Ambrì mi sentivo molto bene fisicamente. Lo stop è stato, per fortuna, di sole 4 settimane, durante le quali ho perso l’appuntamento con la Coppa Spengler. Ma non mi sono lasciato abbattere e così ho fatto. Sono poi rientrato dando il massimo nelle ultime partite della regular season e dei play-in.


Come valuta la sua prestazione al Mondiale di Bolzano?
Ho fatto un po' di fatica soprattutto a livello mentale e cioè mantenere la calma e le emozioni sotto controllo. Era la mia prima rassegna iridata e quindi le emozioni sono state intense soprattutto nelle prime partite.


In Italia erano presenti anche Luca Cereda e Renè Matte. Sicuramente una dimostrazione di chiaro interesse da parte della società per le sue prestazioni e quelle di Kostner in una competizione importante come questa. Avete avuto modo di parlarvi?
La loro presenza mi ha fatto molto piacere, sapevo che sarebbero venuti alla seconda e alla terza partita. Ci siamo solamente salutati e non abbiamo parlato troppo di hockey.A volte bastano soltanto poche parole o un gesto per capire quanto sei apprezzato.


In Italia l’hockey ha meno seguito di altre nazioni però in Trentino si è visto un ambiente fantastico. Oltre agli spettatori abbiamo osservato migliaia di bambini sugli spalti; anche in prospettiva di crescita quanto è stato importante per l’Italia avere ospitato un Mondiale?
Sicuramente non mi aspettavo tutta questa gente già dalle prime partite; è stato bello sentire questo calore e questo tifo. Fa piacere vedere così tanti bambini sugli spalti e che possano magari prendere esempio da noi. E’ stata una motivazione in più per dare il massimo e fare vedere che l’hockey anche in Italia può essere di alto livello.


Parliamo del suo futuro e delle sue ambizioni: come molti ragazzi quando iniziano, anche De Luca ha un sogno chiamato NHL.
Non solo un sogno ma anche un obiettivo.. Lavoro duro e lavorerò sempre di più per provare ad arrivarein Nordamerica. Nelle prossime stagioni mi vedo ancora un po' in Svizzera per crescere sia a livello fisico che di gioco; se arriverà una chance la sfrutterò al massimo.


Invece quali sono gli obiettivi in maglia HCAP per la prossima annata?
Vogliamo sicuramente arrivare direttamente nei playoff . Abbiamo la squadra per farlo ma dobbiamo metterci al lavoro duramente e dare il massimo per tutte le 52 partite.

LUIGI BADONE

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