Mentre la maggior parte degli automobilisti deve pagare quasi 77 centesimi di tasse per ogni litro di carburante, e nel caso del diesel addirittura quasi 80 centesimi, gli agricoltori e altri gruppi professionali sono esentati dal pagare questi importi. “Le agevolazioni fiscali sono destinati a carburanti utilizzati nell’agricoltura, nella silvicoltura e nella pesca professionale o da imprese di trasporto autorizzate”, afferma la normativa pertinente sugli oli minerali.
Ciò costa ai contribuenti circa 80 milioni di franchi all’anno. Troppo, secondo la consigliera nazionale Kathrin Bertschy (Verdi liberali/BE) e numerosi deputati del PLR, dei Verdi, del PS e del Centro. Come riporta il “Tages-Anzeiger”, Bertschy ha lanciato un'iniziativa parlamentare per abolire queste esenzioni con buone possibilità di riuscita.
La deputata bernese giustifica la sua richiesta di abolizione di questa “vecchia tradizione” con sforzi di risparmio da un lato, ma anche con considerazioni ecologiche dall'altro. Già nel 2018 il Controllo federale delle finanze aveva lamentato che il rimborso “mina gli obblighi internazionali della Svizzera in materia di protezione del clima”.
L'abolizione di queste esenzioni deve però fare i conti l'opposizione dei contadini e dell'UDC. Secondo il consigliere nazionale del Centro e presidente dell'Associazione degli agricoltori Markus Ritter, il rimborso fa risparmiare carburante perché le aziende con un elevato consumo di diesel ricevono un rimborso relativamente inferiore rispetto a quelle più economiche. E il capo dell’UDC e allevatore di vitelli Marcel Dettling ritiene addirittura che la proposta sia “semplicemente stupida”: gli allevatori soffrirebbero già per gli elevati costi dell’elettricità e non dovrebbero essere ulteriormente gravati. "Se Bertschy vuole aumentare il prezzo del carburante, sono prevedibili grandi proteste", avverte.