Svizzera, 09 luglio 2024

Il Consiglio federale pensa a una tassa sui lavoratori stranieri

I lavoratori stranieri qualificati potrebbero presto pagare una “tassa d'entrata” per poter lavorare in Svizzera. Questa è perlomeno una delle idee del Consiglio federale per cercare di controllare meglio l'immigrazione.

La proposta non è d'altronde nuova. Il Consigliere agli Stati Andrea Caroni (PLR/AI) aveva presentato un postulato per approfondire la questione lo scorso dicembre, postulato poi accolto a marzo dal Consiglio degli Stati. Il governo aveva avvertito che una tassa sui cittadini europei sarebbe contraria agli accordi di libera circolazione con l’UE. D’altro canto si mostra più aperto nei confronti dei cittadini di paesi terzi, anche se ritiene che “una tassa non sia auspicabile dal punto di vista economico”, e che la Svizzera trae vantaggio da questa immigrazione.

Berna sta però esaminando questa possibilità, riferisce lunedì il Tages-Anzeiger. Il fattore scatenante di questa svolta è l'iniziativa popolare dell'UDC contro una Svizzera a 10 milioni di abitanti. Un testo che il Consiglio federale ha respinto a fine giugno senza controprogetto. Ha invece proposto un piano di misure di accompagnamento, compresa questa tassa sull'immigrazione per gli specialisti provenienti da paesi terzi. Berna dovrà presentarlo entro la primavera del 2025.

Negli ultimi anni gli economisti hanno già avanzato proposte, come un'imposta unica corrispondente alla metà dello stipendio annuo e che sarebbe a carico del datore di lavoro; oppure un’imposta annuale ricorrente compresa tra 5'000 e 30'000 franchi.


 
Il mondo economico è già contrario a questa idea. “Sono proprio gli immigrati qualificati a portare grandi benefici all’economia svizzera. E già contribuiscono finanziariamente con tasse e contributi”, stima Rudolf Minsch, capo economista dell’organizzazione mantello EconomieSuisse. “Il numero di lavoratori qualificati provenienti da paesi terzi è già limitato. Limitare ulteriormente questa immigrazione non serve a nulla”, critica Stefan Hein dell’Unione svizzera dei datori di lavoro.

Anche i partiti sono critici. "Penalizzare le persone che ci aiutano a sostituire la forza lavoro qualificata che ci manca mi sembra molto ingiusto", riassume il copresidente del PS Cédric Wermuth. Il presidente del Centro, Gerhard Pfister, parla di una “proposta mal congegnata”. Anche l’UDC non si accontenta: “La Svizzera deve diventare più selettiva anche per quanto riguarda l’immigrazione dall’UE”, chiede il capogruppo parlamentare Thomas Aeschi.

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