Il Consiglio della magistratura (CdM) ha deciso di rompere il silenzio sulla situazione critica che sta scuotendo il Tribunale penale cantonale (TPC). Da mesi, infatti, il CdM è al lavoro per gestire una serie di tensioni interne che hanno portato all'apertura di tre procedure disciplinari contro i giudici Siro Quadri, Francesca Verda Chiocchetti e Mauro Ermani.
Le azioni disciplinari sono state avviate in seguito a segnalazioni e denunce penali interne al tribunale. Il CdM, consapevole dell'attenzione pubblica sulla vicenda, ha deciso di fare il punto, ribadendo l’importanza della trasparenza e dell’informazione corretta.
Le procedure disciplinari, avviate tempestivamente, hanno già visto i giudici coinvolti invitati a presentare le loro osservazioni. Inizialmente era stato tentato un percorso di conciliazione, ma questo è stato sospeso e i termini per le osservazioni sono stati riattivati.
Tra i fatti oggetto di indagine, spicca un messaggio WhatsApp inviato dal giudice Mauro Ermani a una segretaria, contenente un'immagine che il CdM ha ritenuto potenzialmente rilevante sotto il profilo disciplinare. Tuttavia, dopo attenta valutazione, il CdM ha deciso di non trasmettere l’immagine al Ministero pubblico, escludendo la presenza di un reato penale perseguibile d'ufficio.
Nonostante la gravità delle accuse, il CdM ha precisato che attualmente non ci sono i presupposti legali per sospendere i magistrati coinvolti. Il Consiglio si è impegnato a portare avanti le indagini nel minor tempo possibile, assicurando il rispetto dei diritti di tutte le parti e la raccolta di tutte le prove necessarie.
In parallelo, il CdM ha lavorato con la Commissione amministrativa del Tribunale d'appello per adottare misure temporanee che garantiscano la continuità del funzionamento del TPC durante le indagini. Una delle decisioni prese è stata la separazione logistica dei giudici e dei loro collaboratori all'interno del Palazzo di giustizia.