Fonte: ANSA
Il bilancio delle vittime degli attacchi attribuiti a Israele nel nord-ovest della Siria è salito a 18 persone, secondo quanto riportato dall'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. Tra le vittime si contano quattro civili, otto militari siriani e sei persone ancora da identificare. Le vittime sono state causate da un raid notturno nella provincia di Hama.
L'Iran ha duramente condannato l'azione, definendola un "attacco criminale". Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, ha affermato che l'Iran condanna fermamente l'attacco israeliano a Masyaf e ha definito l'affermazione che il luogo colpito fosse un centro legato all'Iran "priva di fondamento". Kanani ha anche invitato le Nazioni Unite a prendere misure contro quelli che ha definito "crimini barbari" di Israele.
Sempre secondo Kanani, il rifiuto di Israele di accettare un cessate il fuoco a Gaza rappresenta un ulteriore aggravamento della situazione. "Israele sta aprendo le porte dell'inferno", ha dichiarato il portavoce iraniano, riferendosi a ciò che ha descritto come "orribili crimini di guerra" da parte dello Stato ebraico.
Da parte israeliana, un funzionario ha dichiarato che il governo di Tel Aviv sta attendendo una nuova proposta dagli Stati Uniti per un accordo sulla liberazione degli ostaggi, ma che gli americani sono cauti a causa della possibilità che l'offerta venga respinta da Hamas. Nel frattempo, Hamas ha negato di aver presentato nuove condizioni per il rilascio dei prigionieri israeliani, sostenendo di attenersi agli accordi precedenti.
L'evoluzione della situazione rimane incerta, con tutte le parti coinvolte che sembrano mantenere posizioni ferme sulle loro rispettive politiche e richieste.