Sabato Israele ha annunciato di aver ucciso il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah in un attacco avvenuto il giorno prima nella periferia sud di Beirut. Confermato più tardi da Hezbollah stessa, la morte di colui che era considerato l'uomo più potente del Libano rappresenta da una parte un'importante vittoria militare per Israele ma allo stesso tempo destabilizza ulteriormente la regione sempre più in preda alla violenza.
In giornata l’Iran, stretto alleato di Hesbollah, ha infatti affermato che “la linea di Hassan Nasrallah continuerà” e ha evocato la possibilità di inviare truppe iraniane in Libano. "La gloriosa linea del leader della resistenza Hassan Nasrallah continuerà e il suo sacro obiettivo sarà realizzato con la liberazione di Quds (Gerusalemme), a Dio piacendo", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani, in un messaggio pubblicato su X.
A Teheran, le autorità hanno eretto cartelli con il ritratto di un Hassan Nasrallah sorridente e la scritta “Hezbollah è vivo”. Nonostante i colpi inferti da Israele, che bombarda costantemente le roccaforti di Hezbollah nel sud e nell'est del Libano e vicino a Beirut, il movimento ha annunciato sabato di aver lanciato razzi contro un kibbutz e obiettivi militari nel nord di Israele ma la stragrande maggioranza di essi è stata intercettata.