Fonte: La Regione
La RSI ha annunciato un nuovo piano di risparmi che prevede un taglio di 7 milioni di franchi per il 2026. Le misure interesseranno diversi ambiti, tra cui il personale, la riorganizzazione interna e l’abbandono della sede di Besso. I dipendenti sono stati informati internamente, mentre il Comitato direttivo dell’azienda assicura che il processo sarà «trasparente e partecipativo».
Licenziamenti inevitabili
Nonostante il ricorso a fluttuazioni naturali e prepensionamenti, la RSI ha confermato che saranno necessari dei licenziamenti. La riduzione dei costi si inserisce nel piano nazionale di risparmio "A Minus" e nei progetti di trasformazione dell’azienda. Tuttavia, le prospettive per il futuro sono ancora più critiche: dal 2027, con il possibile taglio del canone radiotelevisivo, il numero di posti di lavoro a rischio potrebbe aumentare sensibilmente.
Le aree di intervento
Il piano di risparmio prevede cinque aree di intervento principali:
- Ottimizzazione dei flussi di lavoro per migliorare l’efficienza interna.
- Riorganizzazione strutturale in alcuni dipartimenti.
- Riduzione degli investimenti negli studi televisivi.
- Uscita dalla sede di Besso, che contribuirà a contenere i costi operativi.
- Rinnovo dell’offerta, con l’obiettivo di garantire una programmazione sempre più moderna e in linea con le esigenze del pubblico.
Per ciascuna di queste aree verranno definiti pacchetti specifici di misure.
Un processo condiviso
Il direttore della RSI, Mario Timbal, ha sottolineato l’intenzione di coinvolgere attivamente il personale nel processo decisionale. È stata infatti istituita una Commissione di Consultazione, composta da membri eletti dall'Assemblea del personale e dal Sindacato svizzero dei media (SSM), con il compito di proporre alternative ai tagli previsti.
Anche il segretario del SSM, Riccardo Mattei, ha confermato che si tratta ancora di una fase iniziale e che l’obiettivo è limitare il più possibile l’impatto sui dipendenti. Tuttavia, ha anche lanciato un campanello d’allarme per il futuro, evidenziando che le misure previste dal 2027 potrebbero portare a una riduzione ancora più drastica dei posti di lavoro.
Nel frattempo, il dibattito sul futuro della RSI e del servizio pubblico radiotelevisivo resta aperto, con l’iniziativa popolare "200 franchi bastano" e la possibile revisione del canone da parte del Consiglio federale che potrebbero ridefinire l’intero panorama dell’informazione svizzera.