La precarietà è una realtà sempre più diffusa in Svizzera. Secondo l’Ufficio federale di statistica (UST), nel 2023, infatti, l’8,1% dei suoi abitanti, ovvero 708'000 persone, viveva al di sotto della soglia di povertà. Un dato, questo, stabile rispetto al 2022 (8,2%) ma è aumentato il tasso di persone che vivono nella povertà pur lavorando: dal 3,8 al 4,4%. In totale, il 16,1%, ovvero 1,4 milioni di persone, erano a rischio di povertà.
Ad essere maggiormente colpite dalla precarietà sono le persone che vivono sole o in una famiglia monoparentale con figli minorenni, quelle senza formazione post-obbligatoria e quelle che vivono in una famiglia in cui nessun membro partecipa al mercato del lavoro. In termini di età, i pensionati sono stati in gran parte i più colpiti (15,2%). La soglia di povertà è di 2'315 franchi al mese per una persona sola e di 4'051 per due adulti che vivono con due figli.
Altrettanto preoccupante è il fatto che il 10,1% della popolazione ha avuto difficoltà ad arrivare a fine mese nel 2023. E il 5,5% si trovava in una situazione di deprivazione materiale e sociale, in almeno cinque dei tredici ambiti della vita. Inoltre il 18,8% della popolazione non ha potuto far fronte ad una spesa imprevista di 2500 franchi e l'8,9% non può permettersi una settimana di vacanza lontano da casa. Peggio ancora: il 4,1% non ha potuto riunirsi con la famiglia o gli amici per un pasto una volta al mese.
Dopo essere diminuita durante la pandemia, la quota di popolazione con pagamenti arretrati è tornata ai livelli pre-Covid: la quota di persone che vivono in un nucleo familiare con almeno due tipologie di arretrati ha infatti raggiunto il 6,3% nel 2023, rispetto al 4,8% di un anno prima.