Ticino, 09 aprile 2019
Clima, perchè non manifestano in dogana?
In queste settimane va assai di moda il populismo climatico. L’emittente di regime RSI, nemica giurata dei populismi ma solo quando sono di “destra”, quello climatico lo pistona ad oltranza. Obiettivo: sostenere elettoralmente gli amici dell’area politica “giusta”. Cioè quella di $inistra e di centro$inistra; la stessa cui appartiene l’86% dei giornalisti della SSR. Perché, nel caso qualcuno non l’avesse ancora capito, il canone più caro d’Europa lo paghiamo per finanziare campagne di marketing politico spacciate per “servizio pubblico”.
Distrazione di massa
Come scritto più volte, a pilotare il populismoclimatico ci sono persone ed organizzazioni che si fanno gli attributi di platino. Senza contare l’operazione “distrazione di massa” da altri temi ben più scomodi. Di modo che, mentre si pontifica su emissioni e su CO2 - con politicanti che, sperando di cavalcare l’onda, s’improvvisanoesperti in questioni di cui in realtà non capiscono una beata cippa - la casta è libera di svendere la Svizzera all’UE tramite sconcio accordo quadro istituzionale. Il quale, tra l’altro, ci porterà in casa i TIR europei da 60 tonnellate. Ma per gli ecologisti nostrani “l’è tüt a posct”: bisogna firmare il trattato!
Automobilisti ancora sulla graticola
Inutile dire che le prime vittime del populismo climatico sono i soliti sfigati automobilisti, finiti nuovamente sulla graticola: come se non fossero già criminalizzati, vessati e munti a sufficienza. Con l’arrivo al DATEC della nuova Capa dell’area “giusta” – la ministra del “devono entrare tutti” kompagna Simonetta Sommaruga – i burocrati ro$$overdi
del Dipartimento si sono scatenati.
Al vaglio del Consiglio federale c’è ora un piano di “promozione del trasporto pubblico” che è, ad onta delle intenzioni dichiarate a beneficio dei fessacchiotti, un puro e semplice piano di persecuzione di chi necessita dell’automobile per lavorare. La mobilità individuale, che dovrebbe essere un diritto, sotto la dittatura del politikamente e climaticamente korretto è diventata un reato.
Ad Autonassa…
Ancora ieri in varie città svizzere si è tenuto un flashmob - va di moda - sul clima. Anche a Lugano; non a caso, in contemporanea (poteva esserci occasione più ghiotta?) di Autonassa, storica manifestazione luganese a giusto titolo sostenuta anche dall’ente pubblico. Tra le richieste dei manifestanti, era scontato, l’espulsione delle auto dal centro città. Come se una simile mossa, oltre a desertificare il centro medesimo, potesse portare un qualche beneficio al bilancio ambientale.
Perché non in dogana?
A lasciare stupefatti è però una cosa. Come mai il flash mob viene organizzato ad Autonassa, tra i veicoli spenti che quindi non inquinano? Con un minimo di coerenza, la manifestazione doveva essere organizzata in dogana, la mattina di un giorno lavorativo, così da bloccare i 65’000 frontalieri e le svariate migliaia di padroncini che entrano tutti i giorni in Ticino uno per macchina. Perché questa è la causa del collasso viario ed ambientale del nostro Cantone.
Ah già: ma contestare la devastante liberacircolazione delle persone non è politikamente, e quindi nemmeno climaticamente, korretto. L’invasione da sud non inquina; ma quando mai!
Lorenzo Quadri / MDD