In un articolo sulle elezioni in Tunisia, che avranno luogo il prossimo febbraio, il giornale ginevrino "Tribune de Genève" ha pubblicato un inserto dedicato a uno dei due candidati del partito islamista dei Fratelli Musulmani, Ennahdha. Questo candidato, tale Adel Mejri (a destra nella foto), vive in Svizzera con lo status di rifugiato dal 1997.
Oltre al fatto che una persona che gode dello status di rifugiato faccia politica, oltretutto a favore dell'islam, nel suo paese d'origine pur vivendo in Svizzera, è interessante vedere come l'autore dell'articolo presenta quest'uomo:
"Pochi giorni fa, Adel Mejri è passato dall'essere un difensore dei diritti dell'uomo e un formatore (formatore di cosa non è dato sapere) per diventare candidato alle elezioni legislative tunisine che si terranno il 6 febbraio...".
Come fa notare il sito romando alterinfo.ch, il lettore che non conosce né i Fratelli musulmani né il loro partito Ennahdha, proverà immediatamente simpatia per Mejiri: un difensore dei diritti umani e un formatore! In verità, per quanto Ennahdha e i Fratelli musulmani cerchino di presentarsi come difensori dei diritti dell'uomo e della democrazia la realtà è che quando si tratta di scegliere fra questi e l'Islam, il partito islamico sceglie il secondo. A titolo d'esempio, nel 2018 Ennahdha votò contro una legge che mirava ad abolire la discriminazione tra uomo e donna nella costituzione tunisina, questo perchè, secondo le parole del presidente Beji Caid Essebsi, "la legge andava contro i dettami del Corano".
Ma lo stesso Mejri presenta un profilo che cozza con l'immagine presentata di "difensore dei diritti dell'uomo" di una persona che, secondo l'autore dell'articolo, "ha un'ottima reputazione. Il suo impegno per i diritti dell'uomo