Sport, 04 ottobre 2020
Lugano da incorniciare. Ambrì da inquadrare
Le prime due giornate di campionato, derby compreso, hanno sottolineato la versatilità e l’efficacia dei bianconeri, così come la difficoltà nell’essere concreti dei leventinesi
LUGANO – Due partite. 6 punti ottenuti. 7 gol fatti, 0 subiti e 3 derby di fila vinti (benché 2 amichevoli). Un portiere, Schlegel, capace di firmare già 2 shutout. C’è di che essere soddisfatti e ottimisti per il futuro in casa Lugano. Dall’altra parte… due match disputati, 0 punti ottenuti, 0 reti siglate e 5 subite. Dalle parti della Valascia il bicchiere appare mezzo vuoto, nonostante le buone cose mostrate sul ghiaccio.
Le vittorie ottenute in casa con i Lions, probabilmente la squadra su cui fare la corsa in ottica titolo, e quella nel derby in trasferta hanno messo in evidenza quanto questo Lugano sia davvero una squadra attrezzata per puntare in alto, sempre più in alto. È vero, 120’ sono troppo pochi per poter fare un’analisi attenta ed esaustiva del complesso di Pelletier, ma alcuni dati saltano subito all’occhio: i bianconeri sono stati in grado di dominare un match, quello contro lo Zurigo, sfoggiando le doti migliori per 60’ in un match sulla carta tosto, mentre non sono riusciti a ripetersi del tutto contro l’Ambrì, ma in ogni caso sono riusciti a cogliere le occasioni, pur soffrendo un forecheking esasperato che è riuscito a mettere la museruola a un powerplay davvero ottimo.
Già durante l’estate praticamente tutti elogiavamo le qualità offensive della truppa luganese – e come non farlo, potendo contare sull’estro dei vari Arcobello, Boedker, Fazzini, a cui si sono aggiunte le qualità di Carr e di Kurashev – ma si mettevano in evidenza le lacune difensive. Nei primi 120’ della stagione, invece, l’assetto arretrato del Lugano è stato ottimo, granitico, sostenuto da uno Schlegel formidabile. I bianconeri sembrano aver ritrovato anche Bürgler: un’arma micidiale per il nostro campionato. Certo, resta
sempre il dubbio di che Lugano vedremo a partire da novembre quando Kurashev farà ritorno in NHL e i contratti di Heed e Carr potrebbero concludersi… ma è palese che il sodalizio bianconero stia provando a fare carte false per trattenere questi ultimi due alla Cornèr Arena, anche perché il loro peso su questa squadra è davvero importante.
In casa Ambrì, invece, è complicato analizzare queste prime due partite, in cui la squadra non ha sfigurato – pur non creando tantissimo nel derby – ma non ha raccolto i frutti. Vuoi perché in fase offensiva manca un cecchino, uno sniper, un centro che faccia girare la squadra e un uomo capace di fare male nei momenti determinanti. Flynn praticamente nelle prime uscite non si è visto, così come D’Agostini: il miglior straniero anche durante l’estate è stato quel Novotny che sarebbe dovuto andare a giocare nei Rockets… davvero troppo poco. La speranza che Nättinen riesca a tornare sul ghiaccio al più presto e possa davvero fare la differenza. Purtroppo in Leventina fin qui sono stati gli episodi a tradire la truppa di Cereda: a Berna due disattenzioni sono costate le due reti degli Orsi, nel derby una marcatura sbagliata sull’incrocio Boedker-Arcobello ha permesso al canadese di trovarsi tutto solo e di trovare l’angolo perfetto.
Insomma… Müller ha definito l’Ambrì come una bottiglia di ketchup, ma la realtà è che il buon Cereda dovrà spremerla e scuoterla molto per trovare la via d’uscita.
Oggi nel frattempo sarà tempo di Coppa Svizzera: il Lugano dovrà rinunciare alla sua sfida per la positività di alcuni giocatori del Pikes Oberturgau, mentre l'Ambrì avrà l'occasione di fornire importanti risposte.