Sport, 27 giugno 2021

La farsa De Souza

Il presidente non entra nel merito, anche perché il Lugano ha deciso di voltar pagina e di non guardarsi indietro. Quel che è stato, è stato. Di certo, Thyago De Souza (soprattutto) e Gianmarco Valbusa hanno rimediato una bruttissima figura in quel di Lugano. In meno di un mese hanno rischiato di mandare all'aria un lavoro di quasi 11 anni pazientemente elaborato e costruito da Angelo Renzetti. Le loro promesse di pagamento, gli acquisti mirabolanti previsti e la loro fuga da Cornaredo ci hanno permesso di misurarli e inquadrarli. Due venditori di fumo in cerca di popolarità e visibilità senza averne i mezzi e le capacità.


Eppure sono stati ricevuti in pompa magna dal Municipio di Lugano, eppure per qualche settimana sono pure riusciti a far sognare i tifosi bianconeri. I quali, bontà loro, hanno creduto che il Lugano potesse davvero diventare una potenza calcistica nazionale. E i nomi contattati da De Souza, coadiuvato dal tandem di procuratori Muratori-Cornacini, erano di prima fascia a
livello europeo. Tre elementi su tutti: Diego Costa (ex Atletico Madrid e Chelsea), Hernanes (ex Lazio e Juventus) e Felipe Melo (ex Palmeiras già operante in Italia).Tutta gente che non sarebbe venuta in Ticino per le noccioline, tanto per chiarire.


Che cosa avrà detto loro De Souza per iniziare le trattative? Dio solo lo sa. Sul ruolo di De Souza e Valbusa in questa vicenda resta un alone di mistero. Alla fine, tutti si sono chiesti se fossero davvero loro i compratori del 60% delle quote azionarie del club oppure erano (e sono) semplici prestanome. Ad un certo punto, De Souza parlò addirittura di un pool di sette persone coinvolte. Ma senza fare nomi e cognomi. Il mistero, insomma, è fitto: chi c'è veramente dietro a questi due improbabili dirigenti? E quale è il ruolo di Novoselsky in questa faccenda? Sono domande che probabilmente non avranno mai una risposta, visto che De Souza e Valbusa si sono volatilizzati e ben difficilmente li rivedremo a Lugano.

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