BODO (Norvegia) – Ci ha provato. Ha lottato. È andato vicino al colpo grosso, così come era successo nel match di andata a Zurigo, ma nel gelo del Circolo Polare il Lugano ha dovuto arrendersi al Bodo/Glimt, dicendo contemporaneamente addio alla Conference League e all’Europa. Serviva solo vincere, serviva solo tornare a casa col pieno dei punti al gruppo di Croci-Torti per poter giocarsi tutto nella sfida conclusiva contro il Besiktas, ma ancora una volta sono state le disattenzioni e gli errori, più che le qualità degli avversari, a mettere i bastoni tra le ruote alla compagine ticinese.
Più per propri demeriti che per meriti degli altri, ci verrebbe da dire se ripensiamo a quanto visto ieri sera sul terreno di Bodo. Sì perché anche all’estremo Nord d’Europa il Lugano ha disputato un ottimo primo tempo, andando vicino alla marcatura in più di un’occasione nella parte iniziale del match, prima di arrendersi a due errori grossolani di Hajdari e di capitan Sabbatini che, a cavallo della pausa, hanno indirizzato la sfida e hanno reso la trasferta norvegese, oltre che polare, anche amara.
Che dire di più, se non che il Crus se l’è giocata egregiamente con quello che aveva e ha in mano? Con troppi infortuni con cui fare i conti, con una panchina troppo corta per competere su più competizioni? Forse nulla, se non alzarci in piedi e applaudire in ogni caso a questo Lugano che, pur salutando l’Europa, è stato in grado di regalarci sei serate emozionanti, con la ciliegina sulla torta della pazzesca rimonta vittoria di Istanbul!