1. Come giudica la stagione di HCAP e Lugano?
2. Una valutazione sulla conduzione tecnica
3. Un giudizio sugli stranieri...
4. ...e sui giocatori svizzeri
5. Cosa c’è da migliorare in futuro?
6. Pagelle a staff, direttori sportivi e dirigenza
AMBRÌ PIOTTA
1. Direi complessivamente positiva, anche se è ancora vivo il rammarico per l’uscita ai play-in, che ovviamente lascia l’amaro in bocca. I 13 punti in più conquistati rispetto alla precedente regular season sono comunque un bel segnale.
2. Cereda, oltre ad aver confermato sia Renè Matt che Pauli Jaks, ha integrato nel suo staff due persone competenti, Éric Landry e Corsin Camichel, che sono riusciti a dare un buon supporto sia a lui che a tutti i giocatori. La gestione umana e sportiva d’un gruppo, sempre più numeroso e messo sempre sotto pressione, comporta la cura dei dettagli e quelli da curare sono innumerevoli che due teste e quattro occhi in più possono sicuramente scoprire.
3. Degli 8 giocatori stranieri utilizzati, il portiere Juvonen ha salvato la squadra in diverse occasioni disputando un buon campionato. Positivi i due terzini: sia Tim Heed che Jesse Virtanen si sono dimostrati all’altezza sia difensivamente che offensivamente, e lo svedese s’è tolto la soddisfazione di decidere più d’una partita. Per gli attaccanti chiaramente il discorso si fa più complicato poiché la loro valutazione dipende dalla produzione di reti. Spacek è sempre spettacolare da vedere, anche se qualche volta ti fa rabbrividire per i rischi che prende nel mantenere il disco; ottimo durante la stagione, sparito nella fase più importante e purtroppo partirà. Dauphin Laurent, uno scalino al di sotto rispetto a Spacek, poco appariscente e anche ininfluente al gioco della squadra. Da Lilja mi sarei aspettato qualcosina di più. Peccato la perdita di Formenton.
4. Positivi tutti gli innesti dei giovani che hanno conquistato la fiducia di Luca; sia Tommaso De Luca che Manix Landry hanno soddisfatto le aspettative e sono state le sorprese positive della stagione con Terraneo in difesa. Buoni direi Burgler e Pestoni, sottotono per apporto realizzativo Zwerger e Heim.
5. La società, con alla testa il presidente Filippo Lombardi, ha fatto moltissimo: dalla sistemazione logistica con la nuova, quasi piccola per le richieste degli innumerevoli tifosi, Gottardo Arena, alla ricerca d’una stabilità finanziaria fino ad assecondare le richieste dello staff tecnico. La ricerca di nuovi mezzi economici sarà essenziale per poter compiere un ulteriore passo in aventi dal lato sportivo, anche se non bisogna mai dimenticare il detto di Luca e Paolo(“Chi siamo e da dove veniamo!”). La squadra della prossima stagione andrà poi costruita innanzitutto sostituendo degnamente Spacek. Ed è eufemistico dire che non sarà semplice ma questo è un lavoro arduo per tutti i club mettere gli occhi su dei giovani svizzeri che vogliono crescere.
6. Luca Cereda 5, anche se ancora sottopressione nei derby; Paolo Duca 5,5: penso che abbia compiuto un bel passo in avanti sia nella gestione della stampa che nella costruzione e nella conduzione della squadra. Il club, 5, si è mosso bene e ha saputo gestire tutta la stagione con intelligenza e sensibilità.
LUGANO
1. Molto altalenante, con attimi nei quali si poteva scalare l’Everest e altri dove il giro della “Luzzina” sembrava la cosa più complicata. Inizio di stagione difficile e poi ripresa fino ad arrivare a sfiorare il sesto posto. Identica situazione nei play-in, sotto di quattro reti nel derby della Gottardo Arena e poi l’eccezionale rimonta. Stessa storia nei quarti: sotto 2 a 0 nella serie col Friborgo e rimonta fino a sfiorare il colpaccio. Dunque, una squadra che ha sempre saputo reagire, anche se doveva aspettare d’essere sul baratro per resuscitare. E come mai? Complessivamente positiva dal lato sportivo, il gioco offerto era dinamico e propositivo considerando il materiale umano a disposizione; chiaramente forse i dirigenti s’aspettavano qualcosa di più, ma credo che un miglior risultato non era nelle corde di questa squadra.
2. Cereda, oltre ad aver confermato sia Renè Matt che Pauli Jaks, ha integrato nel suo staff due persone competenti, Éric Landry e Corsin Camichel, che sono riusciti a dare un buon supporto sia a lui che a tutti i giocatori. La gestione umana e sportiva d’un gruppo, sempre più numeroso e messo sempre sotto pressione, comporta la cura dei dettagli e quelli da curare sono innumerevoli che due teste e quattro occhi in più possono sicuramente scoprire.
3. Degli 8 giocatori stranieri utilizzati, il portiere Juvonen ha salvato la squadra in diverse occasioni disputando un buon campionato. Positivi i due terzini: sia Tim Heed che Jesse Virtanen si sono dimostrati all’altezza sia difensivamente che offensivamente, e lo svedese s’è tolto la soddisfazione di decidere più d’una partita. Per gli attaccanti chiaramente il discorso si fa più complicato poiché la loro valutazione dipende dalla produzione di reti. Spacek è sempre spettacolare da vedere, anche se qualche volta ti fa rabbrividire per i rischi che prende nel mantenere il disco; ottimo durante la stagione, sparito nella fase più importante e purtroppo partirà. Dauphin Laurent, uno scalino al di sotto rispetto a Spacek, poco appariscente e anche ininfluente al gioco della squadra. Da Lilja mi sarei aspettato qualcosina di più. Peccato la perdita di Formenton.
4. Positivi tutti gli innesti dei giovani che hanno conquistato la fiducia di Luca; sia Tommaso De Luca che Manix Landry hanno soddisfatto le aspettative e sono state le sorprese positive della stagione con Terraneo in difesa. Buoni direi Burgler e Pestoni, sottotono per apporto realizzativo Zwerger e Heim.
5. La società, con alla testa il presidente Filippo Lombardi, ha fatto moltissimo: dalla sistemazione logistica con la nuova, quasi piccola per le richieste degli innumerevoli tifosi, Gottardo Arena, alla ricerca d’una stabilità finanziaria fino ad assecondare le richieste dello staff tecnico. La ricerca di nuovi mezzi economici sarà essenziale per poter compiere un ulteriore passo in aventi dal lato sportivo, anche se non bisogna mai dimenticare il detto di Luca e Paolo(“Chi siamo e da dove veniamo!”). La squadra della prossima stagione andrà poi costruita innanzitutto sostituendo degnamente Spacek. Ed è eufemistico dire che non sarà semplice ma questo è un lavoro arduo per tutti i club mettere gli occhi su dei giovani svizzeri che vogliono crescere.
6. Luca Cereda 5, anche se ancora sottopressione nei derby; Paolo Duca 5,5: penso che abbia compiuto un bel passo in avanti sia nella gestione della stampa che nella costruzione e nella conduzione della squadra. Il club, 5, si è mosso bene e ha saputo gestire tutta la stagione con intelligenza e sensibilità.
LUGANO
1. Molto altalenante, con attimi nei quali si poteva scalare l’Everest e altri dove il giro della “Luzzina” sembrava la cosa più complicata. Inizio di stagione difficile e poi ripresa fino ad arrivare a sfiorare il sesto posto. Identica situazione nei play-in, sotto di quattro reti nel derby della Gottardo Arena e poi l’eccezionale rimonta. Stessa storia nei quarti: sotto 2 a 0 nella serie col Friborgo e rimonta fino a sfiorare il colpaccio. Dunque, una squadra che ha sempre saputo reagire, anche se doveva aspettare d’essere sul baratro per resuscitare. E come mai? Complessivamente positiva dal lato sportivo, il gioco offerto era dinamico e propositivo considerando il materiale umano a disposizione; chiaramente forse i dirigenti s’aspettavano qualcosa di più, ma credo che un miglior risultato non era nelle corde di questa squadra.
2. Luca Gianinazzi, con i suoi assistenti Kalle Kaskinen e Krister Cantoni, mi sembra abbia svolto un buon lavoro. Chiara la suddivisione dei compiti durante le partite con un coaching efficace ed elegante, rare le scenate alla Chris Mc Sorley e la squadra ha proposto un gioco con una buona intensità, segno d’una preparazione adeguata. Noterei anche l’importanza della collaborazione tra panchina e il video-coach Flavio Nodari. Un po’ più scettico rimango sull’efficacia della preparazione fisica fuori dal ghiaccio. Luca è cresciuto in tutti i sensi, vedremo cosa riuscirà ad escogitare per diventare un tecnico all’altezza della storia e delle ambizioni della società; chiaramente va dato credito al Lugano d’avere puntato su di lui, non penso che valga meno di allenatori stranieri! Interessante anche il fatto che sia molto più giovane dei suoi assistenti: normalmente è il contrario!
3. Dei dieci stranieri impiegati Koskinen è stato molto incostante (ma il santo valeva la candela?), Joly e Carr non si discutono, peccato per Granlund; gli altri invece, compreso Routsalainen, non sono all’altezza della situazione. Sia loro che chi li ha scelti.
4. Dei 24 giocatori svizzeri utilizzati, pochi hanno raggiunto la sufficienza. Thürkauf è stato una scoperta eccezionale e si è rilevato il giusto capitano, anche se “sparito” durante i play-off; Fazzini e Morini hanno rispettato le aspettative, peccato per l’infortunio del comasco. Tra gli altri attaccanti non mi sembra che vi siano giocatori degni di nota: non hanno le qualità richieste e non li vedo in prospettiva: Capitolo difensori: visto che rimarranno tutti (tranne Wolf) mi chiedo con quale assetto arretrato giocherà il Lugano visto che nessuno è in grado di decidere una partita sia difensivamente, facendosi sentire davanti alla porta, che offensivamente, con dei tiri micidiali che ti fanno venire tutt’altra voglia di bloccarli. Mirco Müller, che dovrebbe essere il punto di riferimento, non mi fa impazzire, svolge il suo compitino ma non mi sembra che faccia la differenza! Gli altri sono incostanti e poco incisivi.
5. La squadra dovrà essere rinforzata sia con degli stranieri di qualità, e ciò dipende da diversi fattori, che con dei giocatori svizzeri d’un certo livello, d’esperienza. E qui è ancora più difficile. I giovani presentati quest’anno non mi sembrano idonei alle ambizioni della società. Chiaramente il power play non è sempre stato all’altezza, ma questo dipende anche con chi lo cucini. E Gianinazzi in questo caso poco ci può fare! Il club dal punto di vista sportivo, visto le ambizioni, dovrà continuare a proporre una formazione d’eccellenza con la U20, fatto questo non banale e scontato; chiedersi come continuare a diffondere questo magnifico sport anche tra il gentil sesso, visto che quasi tutte le squadre della massima lega hanno una formazione femminile che gioca con i propri colori. Non da ultimo le infrastrutture, non più all’altezza per coprire le enormi spese di gestione.
6. Luca Gianinazzi: 5, maturato, buona personalità, umiltà e buona comunicazione. Hnat Domenichelli:3,5 poco empatico e umile nel suo proporsi, ha scelto un parco giocatori non all’altezza, a suo vantaggio il sostegno al Coach. Infine, la società: 4,migliorata nella gestione della comunicazione ma troppo statica su altri campi: lo scouting come funziona? La pista non è più adeguata, come ci si muove? E poi l’abbandono della squadra femminile con la fuga di tutte le ragazze (compreso il tecnico) ad Ambrì mi sembra deludente!
RED.